Corriere 26.6.15
Il 66% degli italiani critica il governo Favorevole all’accoglienza solo il 16%
Sondaggio Ipsos: i giudizi negativi sull’azione verso i partner continentali salgono al 74%
di Elena Tebano
Solo sette mesi fa la crisi economica era di gran lunga la principale preoccupazione degli italiani: a dicembre quasi sette su dieci la indicavano come «la minaccia più grave» per il Paese. Oggi continua a far paura (a quattro su dieci) ma al suo fianco compaiono anche l’immigrazione (per il 25%, raddoppiati rispetto al 13% di dicembre) e il terrorismo islamico (21%, molto di più rispetto all’8% di dicembre ma in calo rispetto al 35% di marzo). È quanto emerge da un sondaggio realizzato da Ipsos per Rai News-Ispi con 997 interviste tra il 23 e il 24 giugno 2015.
«Si è attenuato l’allarme creato dall’attentato in Tunisia al museo del Bardo, il 18 marzo, mentre l’immigrazione è diventato il tema di discussione — dice il direttore del dipartimento politico-sociale di Ipsos Luca Comodo —. Sia per i recenti fatti di cronaca, sia perché è stata molto usata nella campagna elettorale per le regionali, soprattutto da Lega e Movimento 5 Stelle».
Molti si dicono ora convinti che l’immigrazione sia «una grave minaccia alla sicurezza» e che «possa essere connessa al terrorismo» (lo pensa il 38% degli intervistati), mentre quasi tre su dieci ritengano che pur non essendoci rischi di infiltrazione terroristica sia un problema «da non sottovalutare». Per il 28% è invece «un fenomeno inevitabile» e come tale va gestita, mentre solo il 25% la ritiene una risorsa per il Paese.
Per questo è molto contenuta la quota di coloro che sono a favore dell’accoglienza dei rifugiati, solo il 16%. «La maggior parte vuole frenare il fenomeno e infatti le due opzioni più radicali, cioè quelle di attuare respingimenti e addirittura di adottare misure di tipo militare per contrastare l’immigrazione illegale, ottengono insieme circa il 40% dei consensi» spiega ancora Comodo.
A cui si aggiunge un altro 39% che vorrebbe piuttosto «trattenere e identificare gli immigrati nei Paesi di partenza». Un risultato che non sembra essere influenzato neppure dai ripetuti appelli all’accoglienza di Papa Francesco negli ultimi giorni: «Su questi temi— conferma Comodo — si registrano sempre differenze tra il magistero della Chiesa e l’opinione dei cattolici ».
Sul tema sono molto netti i giudizi negativi sia nei confronti della politica italiana (74%) che dell’operato del governo Renzi in Europa (66%).
In particolare il 32% pensa che il premier non sia capace «di dettare una linea comune» e il 34% addirittura che «non tuteli l’interesse nazionale». Solo il 25% riconosce al presidente del Consiglio italiano «almeno il merito di aver sollevato la questione in sede europea» (a cui si aggiunge un mero due per cento persuaso che stia facendo il bene dell’Italia).
Quando però si tratta di valutare le politiche anti-immigrazione dell’Ungheria e in particolare l’annunciata costruzione di un muro al confine con la Serbia, i pareri si rovesciano: la ritiene sbagliata il 57% del totale degli intervistati (che corrisponde al 77% tra coloro che ne hanno sentito parlare ed esprimono un parere, visto che il 19% dichiara di non sapere di che cosa si tratta).
Anche se il 17% —meno di due su dieci—, la giudica invece «una scelta giusta» perché «bisogna assolutamente fermare gli arrivi dei migranti».