mercoledì 17 giugno 2015

Corriere 17.6.15
La scelta del premier: sacrifichiamo Roma o saremo travolti tutti
L’idea di votare l’anno prossimo con le altre grandi città Il leader punta su Giachetti. L’alternativa è Gabrielli
di Maria Teresa Meli


ROMA «Dovremo sacrificare Roma. O di qui a qualche mese saremo travolti tutti»: sono poche, pesanti, parole. Renzi le pronuncia nel chiuso delle stanze di Palazzo Chigi, davanti ai fedelissimi.
Il premier, nonostante ostenti una certa sicurezza, si rende conto che la situazione è grave, che le elezioni non sono andate bene, che il partito fibrilla dovunque, che in periferia «il Pd non ha la mia faccia», ma quella dei tanti «vecchi» (non necessariamente anagraficamente) dirigenti che lo hanno preceduto.
Sa che «tutti» gli «chiedono un colpo d’ala», che lui non vuole dare perché «l’importante è governare bene», ma è altrettanto conscio del fatto che la Capitale è diventata il simbolo di tutti i mali nell’immaginario collettivo del suo elettorato.
Perciò quel Marino che non ha mai amato, secondo lui deve fare un passo indietro. Lo dice prima in maniera soft. Poi in modo spiccio e molto renziano in un colloquio con La Stampa . Il sindaco di Roma continua a fare orecchio da mercante ma il presidente del Consiglio ha già tracciato la strada. È talmente determinato che ha preso il commissario di Roma, Matteo Orfini, alla sprovvista: «C’è chi lo consiglia male, così mi ha sconfessato», si lamenta il presidente del Pd con gli amici, dopo aver difeso per l’ennesima volta Marino, questa volta a vuoto, visto che da sabato la strategia del premier è cambiata. «A questo punto non faccio più il commissario», è il primo sfogo, a botta calda, di Orfini. Lo raccolgono i parlamentari a lui vicini e cercano di non propalarlo troppo in giro, perché hanno capito che Renzi fa sul serio, che non c’è ultimatum o minaccia che tenga.
«È tornato il Renzi rottamatore, del resto non ho forse vinto così?», scherza il premier con gli amici. Scherza, ma fino a un certo punto. Perché sulla Capitale ha già fatto i suoi «piani»: «Voteremo l’anno prossimo, con Milano, Torino, Napoli e le altre città importanti, Marino dovrà farsene una ragione. Mafia Capitale non c’entra niente, è ora che il Pd indichi come vuole amministrare i grandi Comuni, perché anche questo è il segno del progetto dell’Italia che vogliamo».
Già, ma qual è il sindaco a cui pensa il premier? Lui un nome ce l’ha già. È quello di Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera, ex braccio destro di Rutelli al Campidoglio. L’uomo ideale per Renzi. Un po’ meno per il diretto interessato che sta facendo una certa resistenza.
Per adesso, comunque, sarà il prefetto Franco Gabrielli, una volta che Marino non ci sarà più, a gestire Roma da commissario. Dopo, o il candidato sarà Gabrielli o se, come spera Renzi, Giachetti si convincerà, toccherà al vicepresidente della Camera. Il premier è sicuro che sia l’unico possibile esponente del Pd in grado di vincere l’ondata dell’antipolitica grillina. Lui che va in giro in scooter, che presiede le sedute della Camera dei deputati senza mettersi la cravatta, che si costringe a tirar fuori solo nelle uscite d’ordinanza con il presidente della Repubblica, lui che prende in giro in pieno Transatlantico di Montecitorio il grillino Di Battista, lasciandolo lì, a balbettare, è il prototipo del renziano della prima fase: competente, rottamatore, irriverente, preparato, senza vezzi né capricci, con un modo di fare che lo avvicina alla gente comune, tanto che nel palazzo sembra quasi un corpo estraneo.
Se non gli dovesse riuscire di vincere le resistenze di Giachetti, il premier, come si è detto, si orienterà su Gabrielli.
Per Renzi, però, non c’è solo il fronte romano. Ieri il premier ha riaperto anche quello della scuola. Solo che su questo aveva un piano studiato da tempo. Già ai primi di giugno spiegava ai suoi: «Avete capito qual è il mio obiettivo? Se la riforma viene rinviata di qualche settimana per colpa della minoranza sarà sempre per colpa loro che centomila persone non saranno assunte a settembre. E allora sarà chiaro a tutti che grazie alla Cgil e alla minoranza pd non si assumono i lavoratori». Più chiaro di così. ..