martedì 26 maggio 2015

Repubblica 26.5.15
“Il modello di un Paese in crescita, tollerante e pluralista - scrive lo scrittore polacco - è stato messo in discussione da questo voto. Molti temono un cambiamento in peggio: il nuovo presidente difenda i valori della Costituzione”
Nessuno tocchi la nostra democrazia il pericolo a Varsavia è la svolta autoritaria
di  Adam Michnik


Il risultato di queste elezioni rallegrerà molti, e molti rattristerà. Ma ha vinto la democrazia: sarà presidente il vincitore di queste elezioni, di cui nessuno può legittimamente affermare che siano state falsificate. Ci congratuliamo con Andrzej Duda, il nuovo presidente della Repubblica di Polonia. Gli auguriamo di essere presidente all’altezza delle speranze dei suoi elettori, auspichiamo che sappia essere presidente di tutti i polacchi; presidente che abbia cura del bene comune della Repubblica.
Ringraziamo Bronislaw Komorowski per il quinquennio della Polonia stabile e democratica. Queste elezioni hanno dimostrato che alla maggioranza degli elettori non basta la Polonia della stabilità; della crescita economica; della democrazia e dei diritti civili; della tolleranza; dei media pluralistici e liberi da censura; la Polonia indipendente, garantita dall’appartenenza alla Ue e alla Nato, libera da conflitti religiosi ed etnici; rispettata nelle capitali di altri Paesi. Questo modello della Polonia è stato messo in discussione in nome del cambiamento.
Molti di noi temono che sarà un cambiamento in peggio. Che accadrà in una situazione internazionale complessa, in un contesto caratterizzato dalla politica aggressiva di Vladimir Putin. Le vittime quotidiane nell’est dell’Ucraina sono un avvertimento temibile per la Polonia. Sembra che questo sia un momento di svolta per la democrazia polacca. Abbiamo visto con preoccupazione come negli altri Paesi la democrazia si stava trasformando in un sistema autoritario. Dopo un bellissimo periodo delle rivoluzioni di velluto molti Paesi sono entrati in un’epoca delle marce di velluto verso la dittatura.
Le elezioni hanno evidenziato l’esistenza di una spaccatura profonda in seno alla società polacca. Bronislaw Komorowski è stato votato da quasi metà degli elettori. Il nuovo presidente dovrebbe superare questa divisione e rispettare anche le aspirazioni della minoranza che conta molti milioni di persone. Le elezioni hanno fatto emergere anche la ribellione dei giovani: i voti dati ad un musici- sta rock sono il segnale della contestazione e dell’imminente cambiamento generazionale. Quale contributo porteranno i giovani nella politica polacca? Quale modello di cura del nostro Stato?
Il presidente eletto deve essere custode della Costituzione, e la nostra è la Costituzione di uno Stato democratico. Il presidente eletto non ha ricevuto il diritto di distruggere tale ordinamento. Per molti di noi il periodo della cosiddetta IV Repubblica è stato tempo di uno strisciante colpo di stato e dell’appassimento dei valori democratici. Anche il nuovo presidente deve difendere i valori costitutivi dello Stato. Il dovere dell’opinione pubblica consiste nel rammentarglielo e non permettere che si riaffermi il clima del sospetto e della paura. La democrazia polacca merita di essere difesa.
(@ Gazeta Wyborcza traduzione E. Joanna Kaczynska)