venerdì 1 maggio 2015

La Stampa TuttoLibri 1.5.15
Il Primo Maggio di De Amicis e i fighetti di Rushdie
di Mario Baudino


Troppo Cuore
«Alle sette in punto, il signor cavaliere Bianchi saltò giù dal letto e, affacciandosi alla finestra, ebbe due dispiaceri: vide che il cielo era tutto azzurro e che il muratore Peroni non era andato al lavoro... Diamine! Se festeggiava il 1° Maggio il Peroni, un operaio vecchio e tranquillo, c’era da credere che lo festeggiassero tutti gli operai di Torino». Non è l’incipit del libro di Maurizio Landini (I miei primi maggio. Ma perché oggi non vado a scuola?, uscito però il primo aprile con titolo indovinello - e ora non stiamo a maramaldeggiare, la risposta non è «devo andare in tv»). È l’antico De Amicis, nel suo Primo Maggio, romanzo assemblato postumo da materiali sparsi. Lo si trova solo in rete, al sito di Liberliber. Lettura interessante, data la giornata: si scoprirà che il buon Edmondo divenne anche lui massimalista, prendendosela malamente con il riformismo di Turati. Eccesso di Cuore?
Troppo carattere
Salman Rushdie si è arrabbiato di brutto quando Peter Carey, Michael Ondaatje, Francine Prose, Teju Cole, Rachel Kushner e Taiye Selasi (simpatica giurata italofona a Masterpiece) hanno detto no al Pen Club International, che com’è noto ha deciso di dedicare il galà newyorkese alla memoria dei vignettisti di Charlie Hebdo. Si erano dissociati per ragioni diverse, «politicamente corrette», fra sottili distinguo, ma lo scrittore colpito dalla fatwa degli ayatollah non ci sta. Dichiara al New York Times che i sei commettono un orribile errore, e sbotta su Twitter: «Sono fighetti in cerca di carattere». Purtroppo (per lui?) si sono già moltiplicati. Ora sono più di una ventina, in prima fila Joyce Carol Oates. Troppo carattere.
Molta eleganza
«La biblioteca personale di un uomo - scrive Luigi Mascheroni su ilLibraio.it - ha la medesima importanza del suo guardaroba» , perché «anche i libri, come gli abiti, si sfoggiano per fare colpo. E anche le giacche, come i libri, si comprano pur sapendo che non si indosseranno mai». Infatti al momento buono non abbiamo mai niente da metterci. Le signore, non si sa.