La Stampa 4.5.15
Carica sui dimostranti, resta a terra anche una donna di sessant’anni
di Franco Giubilei
La contestazione al premier di collettivi e centri sociali bolognesi era cominciata senza troppa aggressività: niente caschi, passamontagna o bastoni fra i circa 150 antagonisti, ma qualche uovo e sputi contro l’imponente cordone di polizia schierato agli ingressi della festa nazionale dell’Unità al parco della Montagnola, dove Matteo Renzi stava tenendo il comizio conclusivo. Poi all’improvviso, all’altezza della cancellata di piazza 8 agosto, è partita una carica delle forze dell’ordine che ha lasciato sull’asfalto una donna di 60 anni dolorante e piangente, con un braccio malamente fratturato. Sarebbe caduta durante i tafferugli. Una ragazza di 23 anni è stata colpita alla testa da una manganellata e un terzo contestatore di 21 è stato ferito al volto e ricoverato in osservazione. Tutti e tre sono già stati dimessi. Altri tre giovani, due ragazzi e una ragazza del collettivo studentesco Hobo, sono stati fermati, identificati e denunciati per resistenza, per essere poi rilasciati nel giro di qualche ora. Alla ragazza è stato contestato anche il possesso di oggetti atti a offendere, perché usava una corda a mo’ di frusta. Manifestanti e polizia si erano fronteggiati prima sulla scalinata del Pincio, dove i ragazzi di centri sociali e collettivi hanno cercato inutilmente di sfondare un robusto cancello. Da una parte si spingeva e si sputava, e dall’altra i poliziotti tiravano manganellate sulle mani aggrappate alle sbarre. Poi i giovani si sono spostati in corteo, aperto dallo striscione «sfiduciamo Matteo Renzi», all’entrata della Festa in piazza 8 agosto, teatro del presidio dei precari della scuola, e qui hanno preso posizione davanti al reparto mobile in assetto antisommossa, tirando alcune uova. Dopo mezz’ora di cori contro il premier e il Pd, la distanza fra gli antagonisti e il cordone dei poliziotti si è praticamente azzerata: forse c’è stata qualche spinta di troppo, fatto sta che il reparto ha caricato e per una manciata di secondi sono volate le manganellate. La donna col braccio fratturato è stata portata nell’area della festa per le prime cure e poi ha raggiunto l’ospedale in ambulanza.
Uno dei ragazzi fermati ieri per resistenza e subito rilasciati, un 22enne di Bari, studente di Giurisprudenza, l’altro giorno era a Milano per il corteo No Expo: «I disordini del primo maggio? Sono una risposta agli sgomberi delle case e agli ultimi mesi di repressione. Posso capire la rabbia della gente, anche se non la condivido del tutto. Io non ho preso parte agli scontri a Milano, perché il mio pensiero è un altro, ma capisco le ragioni della violenza».