domenica 3 maggio 2015

La Stampa 3.5.15
I sindacati sul piede di guerra: “è ora di cambiare la legge Fornero”
di Paolo Russo


Che la sentenza della Consulta vada applicata e i soldi restituiti ai pensionati non ci piove. Ma, pur con sfumature diverse, i sindacati sembrano possibilisti su le ipotesi di un rimborso «con lo sconto». Magari limitando il blocco degli adeguamenti solo agli assegni superiori a 5 o 6 volte il minimo, anziché sopra a tre. La numero uno della Cgil, Susanna Camusso il primo maggio dal palco ha allargato il tiro, chiedendo «di mettere mano alla riforma Fornero», solo un esempio «di tutte le leggi sbagliate fatte in questi anni, da Monti a Renzi». Ma un conto sono le piazze, un altro confrontarsi con la realtà dei numeri di una voragine nei conti pubblici, che rischia di non lasciare nemmeno le briciole per investimenti in occupazione e rinnovo dei contratti.
«Almeno per le pensioni tre volte il minimo la sentenza va applicata, poi si possono trovare soluzioni», apre la segretaria confederale Cgil Vera Lamonica. Non senza ricordare che «l’adeguamento ha effetto anche sugli anni futuri perché innalza la base di calcolo delle pensioni».
«Il blocco delle perequazioni è iniquo perché ha fatto saltare qualsiasi adeguamento delle pensioni al carovita, che infatti in 10 anni hanno perso un terzo del loro potere d’acquisto», puntualizza il segretario confederale Cisl, Maurizio Petriccioli. Che subito dopo però si fa possibilista. «Occorrerà leggere la sentenza, non è detto che l’applicazione sia così automatica e il rimborso potrebbe anche riguardare solo chi intenterà una causa di risarcimento», precisa. Senza escludere una modifica anche retroattiva del blocco, che in qualche modo attenui l’impatto della decisione dei giudici costituzionali. Comunque sia per la Cisl la questione pensioni non deve incidere sull’utilizzo di un eventuale tesoretto. «Per far ripartire investimenti e consumi si può puntare su revisione delle tax expenditures, utilizzo dell’extra-gettito da lotta all’evasione e emersione del nero favorendo le detrazioni delle spese sostenute dalle famiglie».
«Modifiche retroattive al blocco delle perequazioni le vedo difficili», dichiara il segretario nazionale della Uil, Carmelo Barbagallo, invece possibilista sull’ idea di limitare l’impatto della sentenza per gli anni successivi al 2012-2013. Poi però alza il tiro. «Ci chiedono di essere un sindacato moderno e allora mi chiedo se non dovremmo rivolgerci alla Consulta anche per chiedere l’incostituzionalità delle norme sugli esodati, sul blocco settennale dei contratti pubblici o sulla possibilità di acquisire una qualifica superiore nel pubblico impiego senza alcun aumento economico». Una lista di possibili ricorsi che si accompagna all’assoluto scetticismo sul tesoretto: «è solo virtuale, per questo volevano darlo ai poveri».