mercoledì 27 maggio 2015

La Stampa 27.5.15
L’autore del ricorso: Renzi dovrà farlo decadere subito
L’avvocato Pellegrino: soddisfatto per i cittadini
L’avvocato spiega: «I politici si lamentano dell’ingerenza delle toghe, ma sono essi stessi a non voler agire in modo autonomo»
di Grazia Longo


Avvocato Gianluigi Pellegrino, è soddisfatto del ribaltamento a favore dei giudici ordinari che, a quanto pare, saranno preferiti a quelli del Tar dalla Cassazione per l’applicazione della legge Severino?
«Molto, perché finalmente vengono riconosciuti i diritti dei cittadini che meritano di essere governati da politici nel pieno rispetto delle norme. E per la legge Severino chi è stato condannato non deve ricoprire incarichi. Credo inoltre che i giudici ordinari, rispetto agli amministrativi, possano attuare misure più restrittive in linea con la Severino».
In che modo cambierà concretamente la situazione? Cosa succederà cioè al candidato Pd Vincenzo De Luca se dovesse essere eletto governatore della Campania?
«L’effetto della sentenza della Suprema Corte cancella la sentenza Corte Costituzionale in merito alla sua posizione prevista per il prossimo ottobre. Per opporsi alla legge Severino, cioè, De Luca dovrà ricorrere al giudice ordinario perché il Tar non è più legittimato. Decade quindi, a cascata, anche il pronunciamento atteso della Corte Costituzionale. Che potrà invece esprimersi a riguardo solo quando il caso in incostituzionalità sarà sollevato dal giudice ordinario».
Ma in sostanza, se De Luca uscisse vincitore dalle urne, potrebbe esercitare il ruolo di presidente della giunta o no?
«No, il premier Matteo Renzi lo deve sospendere subito perché deve applicare la legge Severino. E dichiarandolo subito sospeso non sarà possibile nominare un vicepresidente».
Rimanendo sempre su un piano ipotetico, appare quanto mai improbabile che il presidente del Consiglio dichiari sospeso un candidato che ha sostenuto, non trova?
«Potrebbe non farlo subito e quindi concedere il tempo per la formazione della giunta ma sarebbe un’ingiustizia».
Perché?
«Perché siamo di fronte a una colossale ipocrisia: i politici si lamentano spesso dell’ingerenza della magistratura, ma in realtà sono essi stessi a non voler agire in modo chiaro e autonomo. Ritengono inadeguata la legge Severino? E allora si attivino in Parlamento per cambiarla, invece di lasciare ai giudici la prerogativa di assumere decisioni in base ai ricorsi presentati dai diretti interessati come lo sono in questo caso Vincenzo De Luca e Luigi De Magistris».
Ritiene che la sentenza ventilata dalla Cassazione sia un contributo a mettere ordine in una situazione particolarmente ingarbugliata?
«Certo, anche se purtroppo svela una brutta pagina della nostra vita politica. Non è detto che Vincenzo De Luca si aggiudichi la poltrona di governatore, ma se ciò dovesse accadere ci troveremmo di fronte a un disastro istituzionale che non andava compiuto. Pensi a tutto il denaro pubblico speso per mettere in moto la macchina elettorale: tutto sprecato perché De Luca, per la legge Severino, non è eleggibile».