La Stampa 27.5.15
Pechino alza i toni con gli Usa
di Ilaria Maria Sala
Cosa dice il nuovo «Libro bianco» della Difesa?
Riaffermazione della sovranità sulle aree contese e voce grossa nei confronti degli Stati Uniti invitati a non interferire nelle vicende regionali. Sono i punti chiave - e di svolta - contenuti nel nuovo «Libro Bianco» sulla difesa presentato ieri Pechino. Documento che arriva nel bel mezzo di un braccio di ferro - nemmeno troppo velato - fra Usa e Cina sulle isole contese nel Mar Cinese Meridionale dove Pechino sta costruendo basi e postazioni militari (non solo) e Washington ha replicato muovendo, la scorsa settimana, le unità navali come avvertimento. Pur ribadendo che l’espansione nel Mar Cinese ha il solo fine di salvaguardare interessi economici e marittimi, l’Esercito di Liberazione del Popolo, presentando la dottrina strategica militare ha lasciato poco spazio alla diplomazia. Infatti la novità di rilievo nel documento sta nel fatto che ora la Cina intende passare da una semplice «difesa delle acque territoriali» alla «protezione delle acque in mare aperto». Pechino – si legge – intende «espandere la sua strategia di difesa attiva» per restare al passo con le pressioni figlie di una «nuova era». «La Cina non cerca un conflitto militare con i suoi vicini, malgrado le (loro) azioni provocatorie sulle isole contese e l’interferenza americana», ha detto il Colonnello Wang Jiang presentando il Documento strategico. Le aree di importanza militare cruciale per la Cina sono quattro: i mari, lo spazio, la potenza nucleare e lo spazio virtuale. Wang Jing ha aggiunto che la Cina è «il Paese vittima del maggior numero di attacchi virtuali» (senza specificare cifre e dettagli) e che accelererà la messa a punto delle sue capacità cibernetiche per far fronte a «gravi minacce per la sicurezza». Mentre Wang presentava dunque l’estensione di quelli che sono i legittimi interessi per la difesa nazionale, il tabloid nazionalista «Global Times» pubblicava un editoriale in cui descrive come «inevitabile» la guerra con gli Stati Uniti. Si tratta di un giornale noto per toni costantemente sopra le righe, ma che non di meno è autorizzato a scrivere editoriali bellicosi in un Paese dove tutta la stampa è censurata e controllata, più o meno direttamente, dal governo stesso.