lunedì 25 maggio 2015

La Stampa 25.5.15
Scandalo Caritas
Nell’inchiesta la Regione Campania
L’indagine sui fondi sottratti all’accoglienza dei profughi Coinvolti anche alcuni funzionari della Protezione civile
di Guido Ruotolo


A dicembre, a Salerno, padre Vincenzo Federico, direttore regionale della Caritas, era stato insignito dell’onorificenza di «Cavaliere della Repubblica», per il suo impegno nell’accoglienza dei migranti. Sembra passato un secolo. Adesso si deve difendere dall’accusa di peculato, perché avrebbe intascato fondi destinati proprio ai migranti. Sostengono i pm napoletani: «È verosimile che la Caritas di Teggiano faceva pervenire a De Martino i pocket money destinati ai migranti da loro ospitati, ricevendo in cambio una percentuale degli enormi guadagni che ne ricavava il De Martino (pari al 20% del valore di ogni singolo buono oltre alle ricariche telefoniche acquistate)».
Il meccanismo
La situazione processuale del sacerdote si è aggravata in queste ore. La perquisizione alla Caritas di Teggiano, provincia di Salerno, si è conclusa a mezzanotte. E il commento di investigatori della Finanza e degli inquirenti napoletani sull’esito della stessa è molto positivo. Il sacerdote, dunque, non consegnava ai migranti i buoni per comprarsi schede telefoniche o sigarette ma li cedeva a De Martino. Lo stesso De Martino, interrogato dagli inquirenti, mette a verbale: «I blocchetti di tickets venivano consegnati mensilmente dal responsabile Fiore Marotta, il quale, a sua volta, li raccoglieva presso le varie strutture della Caritas di Teggiano. Anche su questi buoni trattenevo una percentuale del 5% come avveniva con le altre strutture non convenzionate con “l’Ala di Riserva”».
Siamo solo agli inizi di questa inchiesta che ha portato in carcere il titolare dell’onlus «Un’ala di riserva», Alfonso De Martino, e la compagna, Rosa Carnevale, ai domiciliari. Gli inquirenti li accusano di truffa aggravata, peculato, appropriazione indebita e associazione a delinquere. Ma c’è anche la corruzione contestata ad altri indagati.
La moglie di De Martino gestisce anche una importante edicola sul lungomare di Pozzuoli, che ha firmato una convenzione «per il cambio dei buoni sociali per la vendita di ricariche telefoniche» (i nostri pocket Money). Agli atti della inchiesta emerge che «nel periodo 2011-2013, Rosa Carnevale ha acquistato ricariche per quasi un milione e mezzo di euro, negoziando 582.248 pocket money emessi a favore dei migranti.
Di questi, solo 33.697 (pari a 84.242 euro) in favore dei migranti di “Un’ala di riserva”». Per i pm Ida Frongillo e Raffaello Falcone c’è una struttura criminale che gestisce le risorse pubbliche destinate all’accoglienza. Milioni di euro investiti per l’emergenza Nord Africa (2011-2013) finiti nelle tasche di affaristi criminali. In questa prima parte della inchiesta emergono anche altre onlus, come «Il Sentiero» e «Tertium Millennium» che fanno riferimento alla Caritas di Teggiano. I prossimi sviluppi investigativi riguarderanno la Regione, le convenzioni con gli alberghi, le prefetture. E i funzionari corrotti della Protezione civile, «Mattiello, che avrebbe procurato al De Martino la convenzione» con la Regione Campania, e «il Cincini, che non ha proceduto ai controlli sulla corretta esecuzione delle prestazioni previste dalla Convenzione cui erano tenuti».
«Decisi che al prossimo incontro che avrei avuto con il Cincini gli avrei elargito - mette a verbale De Martino - delle somme di denaro, siamo al febbraio del 2012. Fissammo un appuntamento fuori a un bar, in quella circostanza gli consegnai una busta gialla con all’interno 3.000 euro. La prese, la mise in tasca senza aggiungere nulla e senza aprirla».