lunedì 25 maggio 2015

La Stampa 25.5.15
Il Pd e i soldati fucilati della Grande Guerra
di Carlo Bertini


Allora: per far capire quanto sia delicato il tema, basta dire che uno dei più grandi romanzi di Hemingway, «Addio alle armi», del 1929, da cui furono tratti ben tre film, dovette aspettare vent’anni per poter essere pubblicato in Italia, perché il regime pensava avrebbe potuto ledere l’immagine delle nostre forze armate. C’è del resto una vasta produzione letteraria e cinematografica su episodi drammatici che coinvolsero gli eserciti in campo nella grande guerra. Atti di ribellione e insubordinazione dei soldati e tragiche condanne a morte. Dopo cento anni il Parlamento italiano, su proposta di sessanta deputati Pd, rende onore ai soldati fucilati durante la prima guerra mondiale. Sono 750 quelli giustiziati dopo un regolare processo e 350 quelli passati alle armi dai loro superiori.
Ed è significativo il voto unanime della Camera, grillini compresi, che prefigura analoga unità quando questa legge arriverà al Senato. Più di mille militari italiani condannati a morte per reati di diserzione e reati in servizio, come lo sbandamento o episodi di disobbedienza collettiva, potranno essere riabilitati d’ufficio. Nelle celebrazioni del centenario della Prima Guerra c’è dunque anche questo gesto, che già altri Paesi europei hanno compiuto da anni. Da quando il Senato varerà la norma, le famiglie e gli eredi di questi soldati avranno un anno di tempo per riabilitarne la memoria. Su istanza di parte saranno restituiti l’onore militare e la dignità di vittime della guerra a quanti furono passati per le armi. A tutti questi caduti e ai soldati passati per le armi senza processo verranno restituiti l’onore militare e la dignità di vittime della guerra. I loro nomi saranno inseriti nell’Albo d’oro del commissariato generale per le onoranze ai caduti, «su istanza di parte presentata al ministro della Difesa». E al Vittoriano verrà posta una targa in cui la Repubblica chiede loro perdono.