sabato 23 maggio 2015

La Stampa 23.5.15
Francia, troppi sprechi. Cibo donato per legge
Negozi e supermercati obbligati a dare l’invenduto ai poveri La norma approvata ieri all’unanimità: multe fino a 450 euro
di Leonardo Martinelli


Sotto i viadotti della metropolitana, dietro alla Gare du Nord, a Parigi, si ammassano immigrati in transito per la capitale francese, affamati. Ma anche nei quartieri del centro, soprattutto d’inverno, è una costante la presenza di clochard alla ricerca di cibo. E intanto «i supermercati la sera cospargono di candeggina i cibi invenduti, vicini alla scadenza ma ancora commestibili, buttati nell’immondizia: vogliono che nessuno possa utilizzarli», ricorda scandalizzato Guillaume Garot, deputato socialista, alle spalle anni di battaglie contro lo spreco alimentare.
Ebbene, alla fine l’ha spuntata ma non solo lui, perché la nuova normativa è passata giovedì in tarda serata all’Assemblea nazionale, votata all’unanimità da tutti i deputati: destra, sinistra e verdi. Si tratta di tre emendamenti a una legge più vasta, sull’ambiente e l’energia. Si impone a tutti gli esercizi commerciali di non gettare l’invenduto alimentare e di donarlo perché venga consumato da chi ne ha bisogno. O, in alternativa, per poterlo utilizzare come mangime per gli animali, compost per l’agricoltura o in vista della valorizzazione energetica. L’obbligo è particolarmente forte per supermercati e centri commerciali, perché tutti gli esercizi con una superficie superiore ai 400 metri quadrati dovranno concludere un accordo con associazioni caritative. Chi sgarra rischia multe fino a 450 euro, anche se in una prima bozza erano previste multe fino a 75 mila euro e due anni di carcere.
I numeri da dimezzare
Ogni anno ogni francese getta in media tra i 20 e 30 chili di alimenti ancora utilizzabili, per un valore stimato fra i 13 e i 22 milioni di euro.
Il governo punta a ridurre la cifra alla metà da qui al 2025. La normativa appena approvata stabilisce anche che i supermercati non ricorrano alla candeggina per impedire la raccolta degli alimenti ancora buoni nei cassonetti. E prevede addirittura un programma di educazione alimentare anti-spreco fin dai primi anni di scuola. I tre emendamenti sono il risultato di una lotta «bipartisan». Se è stato Garot, il deputato socialista, a proporli inizialmente, una spinta a livello dell’opinione pubblica è venuta da Arash Derambarsh, vicino all’Ump, il partito di Nicolas Sarkozy. È un consigliere comunale di Courbevoie, periferia Nord-Ovest di Parigi, che ha iniziato a organizzare dei blitz per il recupero delle derrate alimentari alla chiusura la sera dei supermercati. Con l’aiuto dell’attore e regista Mathieu Kassovitz, aveva lanciato nei mesi scorsi una petizione per richiedere una normativa, sottoscritta da più di 200 mila persone.
Le uniche critiche sono arrivate da parte della grande distribuzione. Michel-Edouard Leclerc, proprietario di uno dei più importanti gruppi del settore, si è detto scettico sulla capacità delle associazioni di raccogliere, stoccare e distribuire il cibo loro donato. «È necessario un piano pubblico – ha detto – per sostenere queste organizzazioni. Bisogna comprare camion, frigoriferi. Non sarà facile».