venerdì 1 maggio 2015

La Stampa 1.5.15
Gerusalemme: «Uniti contro il razzismo», «Gerusalemme come Baltimora»
Gli ebrei etiopi in piazza: agenti razzisti
di Maurizio Molinari


«Uniti contro il razzismo», «Gerusalemme come Baltimora», «Tutti contro la polizia»: sono oltre mille gli etiopi che si ritrovano sulla French Hill, vicino all’università, per denunciare la «brutale aggressione di uno di noi» avvenuta poche ore prima a Holon. La protesta monta perché le tv trasmettono le immagini del pestaggio di Demas Fekadeh, soldato israeliano di origine etiope, da parte di due poliziotti nella cittadina di Holon. Uno degli agenti gli aveva chiesto di fermarsi, lui non lo ha fatto ed è stato quindi aggredito e picchiato. 
A French Hill c’è il quartiere generale della polizia, gli etiopi che vi arrivano spontaneamente prima sono piccoli gruppi poi crescono fino a superare i mille. Sfidano gli agenti a viso aperto ritmando «Faremo come a Baltimora» e marciano verso il centro della città, attraversandolo e paralizzando il traffico. Nel tentativo di smorzare la protesta da parte degli immigrati arrivati dall’Etiopia a partire dalla fine degli Anni 80, interviene il presidente Reuven Rivlin invitando nel pomeriggio un gruppo di giovani etiopi nel suo ufficio privato: «Israele è uno Stato di Diritto, puniremo i responsabili di ogni violenza, avete gli stessi diritti di tutti gli altri israeliani». Ma i disordini continuano e tocca al premier Benjamin Netanyahu dare la promessa richiesta dai manifestanti: «Su quanto avvenuto a Holon vi sarà un’indagine e gli agenti dovranno rispondere del loro operato». Per l’opposizione laburista non basta. I portavoce del leader Isaac Herzog accusano la polizia di «razzismo» perché «nei confronti di un ashkenazita - un ebreo di origine mitteleuropea - qualcosa del genere non sarebbe mai avvenuto». E oggi alla manifestazione del Primo Maggio a Tel Aviv i sindacati sfileranno per sostenere le ragioni della minoranza etiope, ovvero degli unici israeliani neri.
«Uniti contro il razzismo», «Gerusalemme come Baltimora», «Tutti contro la polizia»: sono oltre mille gli etiopi che si ritrovano sulla French Hill, vicino all’università, per denunciare la «brutale aggressione di uno di noi» avvenuta poche ore prima a Holon. La protesta monta perché le tv trasmettono le immagini del pestaggio di Demas Fekadeh, soldato israeliano di origine etiope, da parte di due poliziotti nella cittadina di Holon. Uno degli agenti gli aveva chiesto di fermarsi, lui non lo ha fatto ed è stato quindi aggredito e picchiato. 
A French Hill c’è il quartiere generale della polizia, gli etiopi che vi arrivano spontaneamente prima sono piccoli gruppi poi crescono fino a superare i mille. Sfidano gli agenti a viso aperto ritmando «Faremo come a Baltimora» e marciano verso il centro della città, attraversandolo e paralizzando il traffico. Nel tentativo di smorzare la protesta da parte degli immigrati arrivati dall’Etiopia a partire dalla fine degli Anni 80, interviene il presidente Reuven Rivlin invitando nel pomeriggio un gruppo di giovani etiopi nel suo ufficio privato: «Israele è uno Stato di Diritto, puniremo i responsabili di ogni violenza, avete gli stessi diritti di tutti gli altri israeliani». Ma i disordini continuano e tocca al premier Benjamin Netanyahu dare la promessa richiesta dai manifestanti: «Su quanto avvenuto a Holon vi sarà un’indagine e gli agenti dovranno rispondere del loro operato». Per l’opposizione laburista non basta. I portavoce del leader Isaac Herzog accusano la polizia di «razzismo» perché «nei confronti di un ashkenazita - un ebreo di origine mitteleuropea - qualcosa del genere non sarebbe mai avvenuto». E oggi alla manifestazione del Primo Maggio a Tel Aviv i sindacati sfileranno per sostenere le ragioni della minoranza etiope, ovvero degli unici israeliani neri.