venerdì 1 maggio 2015

La Stampa 1.5.15
Da Baltimora a New York Freddie incendia l’America
Dilagano le proteste per il 25enne nero morto poco dopo l’arresto La polizia: voleva farsi male, batteva la testa contro le pareti del furgone
di Paolo Mastrolilli


La polizia di Baltimora ha completato e consegnato al procuratore Marilyn Mosby l’inchiesta sulla morte di Freddie Gray, mentre le proteste provocate dal suo decesso quando era in stato di arresto si sono allargate a una mezza dozzina di città, con oltre 140 arresti solo a New York.
L’arresto
Gray era stato fermato il 12 aprile scorso, quando la polizia lo aveva bloccato in strada, arrestandolo poi perché gli aveva trovato addosso un coltello a scatto. Gli agenti lo avevano caricato su un van, dove era rimasto per circa 40 minuti. Alla fine del trasferimento era stato portato in ospedale, dove era morto poco dopo, a causa di una lesione alla spina dorsale.
Questo episodio ha provocato le proteste violente che hanno sconvolto Baltimora, e dall’inchiesta dipende ora la stabilità della città. Come è stato ferito Gray? I poliziotti lo hanno picchiato? Qualcuno verrà portato davanti alla giustizia? La decisione cruciale sta ora nelle mani di Marilyn Mosby, una procuratrice nera di 35 anni, figlia di poliziotti, che può archiviare la pratica, incriminare qualcuno, o convocare un Grand Jury popolare a cui sottoporre le prove per stabilire se sono stati commessi reati. La magistrata però ha già detto che non si baserà solo sull’inchiesta condotta dalla polizia, e la continuerà con gli strumenti a disposizione del suo ufficio.
La sosta imprevista
Il rapporto consegnato ieri è segreto, ma la polizia ha rivelato un particolare finora sconosciuto. Il giorno dell’arresto, gli agenti avevano detto di aver fatto tre soste con il van, prima di arrivare in ospedale. L’inchiesta però ha rivelato che le fermate erano state quattro, e questo pone due problemi. Primo: perché i poliziotti avevano inizialmente nascosto questo stop, scoperto solo grazie all’analisi dei video ripresi dalle telecamere della sicurezza? Secondo: cosa è successo durante questa sosta imprevista?
Il rapporto, secondo le indiscrezioni raccolte dal «Washington Post», contiene anche la testimonianza di un altro detenuto, secondo cui Gray durante il viaggio aveva cercato di farsi male, sbattendo la testa sulle pareti del mezzo. Il detenuto era nello stesso van e non poteva vedere Freddie, perché erano separati da un pannello metallico, ma lo avrebbe sentito sbattere. Questo potrebbe significare che si è provocato la lesione da solo, volontariamente, ma l’avvocato della sua famiglia ha smentito.
Nuova inchiesta
La procuratrice Mosby, anche per allentare la pressione, ha deciso che le conclusioni raccolte dagli investigatori della polizia non sono sufficienti. Quindi cercherà di chiarire meglio i fatti, avviando una propria inchiesta. È una scelta cruciale, perché quando a Ferguson l’agente Darren Wilson non fu incriminato per l’uccisione del diciottenne nero Mike Brown, le proteste riesplosero in tutta l’America.
Le altre manifestazioni
Nel frattempo, però, come era avvenuto ad agosto scorso, le manifestazioni di solidarietà si stanno già moltiplicando in molte città. Mercoledì ci sono state proteste a New York, Denver, Boston, Minneapolis e Washington, ma la tensione sta salendo nell’intero Paese. A New York la manifestazione è cominciata nel tardo pomeriggio a Union Square, ma ha perso presto il carattere pacifico. Alla fine la polizia ha arrestato più di 140 persone, alcune perché avevano aggredito i poliziotti.