La Stampa 1.5.15
Nasce il comitato referendario
I renziani: armata Brancaleone
Brunetta guida l’iniziativa trasversale, con Sel, grillini e Lega
di Amedeo La Mattina
La galassia dell’opposizione all’Italicum dallo stato gassoso prova a solidificarsi nel Comitato referendario del No. La riforma elettorale non è ancora legge ma già si pensa di abrogarla mettendo insieme uno schieramento che più eterogeneo non si può. Brunetta parla di «idem sentire» con i compagni di Sel, con i 5 Stelle di Grillo, i leghisti di Salvini, i Fratelli d’Italia della Meloni. Il capogruppo azzurro da tempo si muove in sintonia con il collega vendoliano Scotto e quello del Carroccio Fedriga. Fila d’amore e d’accordo con il grillino Toninelli. Ieri insieme hanno deciso di non partecipare alla chiama per il terzo voto di fiducia. E lunedì alle 11 i nuovi crociati del No si incontreranno per definire cosa fare al voto finale: chiedere il voto segreto o palese oppure lasciare l’aula in un nuovo Aventino? Sarà di fatto la prima riunione del Comitato del No che sfiderà il futuro Comitato del Sì che vedrà Renzi in prima fila affiancato da Alfano, Alleanza popolare e Scelta civica. Bisognerà vedere se nello schieramento del No entreranno anche i dissidenti del Pd che non hanno votato la fiducia, seguendo Bersani, Cuperlo, Fassina, Bindi e Speranza. Tra i Democratici chi si è già lanciato per il referendum abrogativo è Civati: «Quello che i parlamentari non hanno potuto fare, cioè votare i necessari miglioramenti dell’Italicum, lo potranno fare i cittadini con un bel referendum».
Timore del voto segreto
Dietro la decisione su cosa fare lunedì al voto finale ci sono motivazioni non confessabili. Già ieri la non partecipazione al terzo e ultimo voto di fiducia da parte di Forza Italia e degli altri gruppi d’opposizione era dovuta alla mancanza in aula di molti deputati tornati a casa. Lunedì molto probabilmente il «Comitato del No» deciderà un altro Aventino per evitare che nel segreto dell’urna i voti a favore dell’Italicum possano aumentare ed essere più della maggioranza che finora ha espresso la fiducia. La paura che la legge elettorale non passi e si vada a casa potrebbe scatenare il soccorso dalle fila forziste, grilline e leghiste. E infatti quello che sembrava scontato, cioè la richiesta del voto segreto, sembra sia svanita.
Referendum abrogativo
La variopinta armata referendaria (già i renziani la chiamano «Brancaleone») ieri ha cominciato a emettere i primi bollettini di guerra contro una legge che Salvini ha definito una legge «schifissima». «Dopo lunedì, comunque vada, noi saremo determinati a chiedere un referendum abrogativo», ha annunciato Brunetta. «La battaglia - ha spiegato il pentastellato Toninelli - non vogliamo farla da soli e potrebbe interessare tutte le forze politiche e della società civile che contestano questo tentativo di accentramento del potere di Renzi». Anche il capogruppo Sel Scotto pensa a un fronte ampio che comprenda i dissidenti del Pd. Bene, ha ironizzato il falco renziano Rosato, «sarà un grande successo: vedo già gli italiani fare la fila per poter votare».