mercoledì 6 maggio 2015

La Repubblica 6.5.15
Grecia, tornano i timori. Varoufakis. e  Schaeuble: non ci sarà accordo l’11 maggio.


Il ministro delle Finanze ellenico incontra Moscovici, ma i tecnici del Brussel Group vedono passi avanti troppo lenti per arrivare a un accordo lunedì prossimo. Tornano i timori sulla capienza delle casse di Atene: il 12 maggio deve rimborsare 760 milioni al Fmi

MILANO - Il cielo su Atene cambia spesso colore e oggi torna a volgere al plumbeo. Ad alimentare le tensioni dei mercati ci pensano sia le dichiarazioni del ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, che quelle dell'omologo greco, Yanis Varoufakis. Quest'ultimo ha detto che non si attende un accordo definitivo tra Atene e i suoi creditori alla prossima riunione dell'Ecofin fissata per l'11 maggio, alla vigilia di una cruciale scadenza di un credito del Fondo monetario internazionale. Il 12 maggio, infatti, le casse greche dovranno versare circa 760 milioni all'organizzazione guidata da Christine Lagarde, seconda parte di rimborsi per circa 1 miliardo che scadono nella prima parte di maggio. Lo stesso Varoufakis, parlando da Bruxelles dopo un incontro con il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, ha detto che "l'11 maggio ci saranno sicuramente discussioni proficue che confermeranno i grandi progressi fatti e verrà fatto un ulteriore passo verso un accordo finale".
Il problema è che le casse greche sono a corto di liquidi e si teme che un mancato rimborso faccia scattare conseguenze legali per Atene. Alcuni analisti ritengono sempre possibile entrare in un periodo di grazia, che di fatto sterilizzerebbe la posizione greca per un mese abbondante, ma lo spettro del default tecnico resta dietro l'angolo.
Il Brussels Group, l'erede della Troika, sta accelerando la corsa per riuscire a presentare ai ministri finanziari che si riuniranno lunedì prossimo nella capitale belga i vari elementi del pacchetto di riforme che la Grecia dovrà successivamente dettagliare sia per l'impatto sull'economia e le finanze pubbliche sia con misure e tempi di attuazione. Stando a fonti Ue, questo potrebbe essere il primo gradino per arrivare successivamente a un accordo. Il commissario Moscovici ha detto che lunedì si spera di avere sul tavolo "un programma coerente, completo e dettagliato". Ma il ministro delle Finanze tedecsche, Schaeuble, ha detto di non aspettarsi decisioni "conclusive". "Le istituzioni internazionali stanno trattando con la controparte greca", ha siegato, "siamo tutti stupiti del fatto che sia stato sprecato tutto questo tempo. Dalle elezioni di febbraio è passato tanto tempo, oggi è il 5 maggio". "Secondo tutte le informazioni l'atmosfera è diventata più costruttiva", ha aggiunto Schaeuble. "Da lunedì, da ieri, per la prima volta abbiamo la situazione in cui alle trattative sono presenti sia i tecnici che i politici, una condizione necessaria per arrivare a obiettivi concreti". "La nostra posizione è sempre la stessa: aiutiamo per quel che possiamo, nel senso che aiutiamo ad aiutarsi", ha chiosato il ministro tedesco. "Ma naturalmente gli aiuti non sono una cosa scontata. Dipende ora dalla Grecia se questo aiuto avrà senso".
Anche fonti Ue docono a Radiocor che effettivamente le posizioni elleniche sono in lentissimo movimento. In questi giorni la preoccupazione per la crisi di liquidità del tesoro greco sembra meno intensa: probabilmente ci si è convinti che il governo è in grado di fronteggiare di volta in volta le scadenze. Come non bastasse, Thomas Wieser, capo dell'Eurogroup Working Group, l'organismo tecnico dell'Eurogruppo che esamina in prima battuta le misure proposte da Atene per sbloccare l'ultima tranche di aiuti Ue-Bce-Fmi, in un'intervista a Cnbc ha confermato che lunedì sarà troppo presto per una parola definitiva.
Secondo un funzionario greco, che ha parlato all'agenzia Usa Bloomberg, il fuoco incrociato di Fondo monetario internazionale, creditori e Commissione Ue, ciascuno irremovibile sul suo rispettivo punto fermo, starebbe impedendo di raggiungere un compromesso per risolvere lo stallo sulla Grecia. Il Fmi non intenderebbe cedere su deregolamentazione del mercato del lavoro e pensioni, Bruxelles su surplus di bilancio e 'no' a un taglio del debito. Nella versione greca, dunque, sono gli interlocutori a tracciare troppe linee rosse perché si giunga a un compromesso. Una lunga serie di indizi di frizioni che si unisce alla indiscrezione del Financial Times, secondo la quale il Fmi avrebbe chiesto una nuova ristrutturazione del debito greco, considerando l'insostenibilità della situazione. Ovviamente una posizione non condivisa dalla Germania. Non a caso è stato il ministro Scheuble a smentire confermando però l'allarme sul peggioramento della situazione finanziaria di Atene.
Atteso per domani, intanto, il passo di Mario Draghi: il governatore Bce oggi incontra il vice premier Yannis Dragasakis, alla vigilia della decisione del board dell'Eurotower sulla concessione di liquidità d'emergenza alle banche elleniche, nell'ambito del programma Ela. Ad oggi il tetto per la liquidità di emergenza agli istituti ellenici è stato portato a 77 miliardi di euro.