mercoledì 6 maggio 2015

La Repubblica 6.5.15
Test Invalsi al via, sindacati della scuola contro lo slittamento di data
Si inizia con gli alunni della primaria, lettura e italiano. Boicottaggio delle prove organizzato sui social da parte dei genitori
di S. INTRAVAIA


IN UN CLIMA incandescente per la scuola italiana, partono i test Invalsi 2015. Questa mattina, dopo il rinvio di un giorno deciso in extremis dall'istituto di Frascati per evitare la concomitanza con lo sciopero di ieri, sarà
la volta dei bambini della scuola primaria, che si cimenteranno con la prova preliminare di lettura  -  riservata soltanto ai piccoli della seconda elementare  -  e la prova d'Italiano che riguarderà invece tutte e due le classi della primaria cui sono rivolti i test: seconda e quinta elementare.
Domani, 7 maggio, i bambini che frequentano la seconda e la quinta elementare dovranno affrontare la prova di Matematica mentre i più grandi dovranno risolvere anche il Questionario studente. Ma lo slittamento di un giorno delle prove alla scuola elementare, deciso dall'Invalsi per "assicurare la significatività scientifica dei dati", ha fatto letteralmente infuriare i sindacati della scuola e non è detto che docenti e genitori non boicottino anche per le altre classi la rilevazione nazionale degli apprendimenti in Italiano e Matematica. Anche perché i Cobas della scuola, qualche settimana fa, hanno indetto lo sciopero tutt'ora valido per il 5 e 6 maggio alla primaria e per il 12 maggio al superiore, in concomitanza con la somministrazione dei questionari nelle seconde classi dei licei, degli istituti tecnici e professionali.
Mentre sui social network e col semplice passaparola si sono mossi i genitori, molti dei quali non manderanno i figli a scuola nei due giorni dei test per boicottarli. Maria Fasulo, imprenditrice palermitana, è una di queste: "Lo slittamento dei test  -  spiega la mamma  -  è un attacco al diritto di sciopero dei docenti. Sono molto arrabbiata col governo che con questa riforma vuole toglierci la scuola pubblica. Per questa ragione il 6 e il 7 maggio non manderò mia figlia a scuola". I Cobas stanno boicottando i test invitando gli insegnanti a rifiutarsi di compilare le maschere elettroniche per la restituzione al sistema delle risposte fornite dagli alunni. Una operazione lunghissima che spesso non viene neppure retribuita dalle scuole o viene conteggiata con un corrispettivo in denaro irrisorio. Le prove che non sarà possibile boicottare in nessun modo sono quelle della scuola media, quando il 19 giugno i ragazzini alle prese con gli esami conclusivi dovranno cimentarsi anche con i due questionari Invalsi.