martedì 5 maggio 2015

La Repubblica 5.5.15
Renzi vince sull'Italicum, ma il dissenso dentro il Pd cresce
di GIANLUCA LUZI



Vinta la guerra dell'Italicum, adesso per Renzi comincia la conta dei danni collaterali. Prima di tutto il premier deve considerare come può ricucire con la minoranza del suo partito, soprattutto con quelli  -  i capi  -  che sono rimasti in aula e hanno votato contro la legge. Un atto ostile che ha fatto abbassare la quota dei consensi e conseguentemente ha allargato la soglia di chi è contro l'Italicum. Legge elettorale che passa a maggioranza, ma contraddice le intenzioni di un anno fa, cioè una riforma elettorale con il consenso di tutte le forze politiche. Le voci, smentite, di una offerta di Renzi a Cuperlo per la direzione dell'Unità, fanno capire che il segretario-premier si pone il problema di come riagganciare quella parte del suo partito che lo considera ancora (e adesso forse ancora di più) un corpo estraneo. Probabilmente sarà sulla riforma del Senato che si giocherà la trattativa per venire incontro alla sinistra del Pd. L'ostinazione e la determinazione con cui Renzi e Maria Elena Boschi hanno condotto la campagna dell'Italicum ha portato il premier e il ministro delle Riforme alla vittoria. Ma senza una ricomposizione del partito, la navigazione sulla riforma del Senato e sulle altre che seguiranno sarà molto accidentata. L'Italicum è legge, Renzi festeggia, ma i numeri dicono che la riforma è stata approvata con un numero di voti largamente inferiore alla maggioranza di governo. Non è un dato su cui Renzi può sorvolare. E' vero che l'opposizione sia di destra che di sinistra non si presenta in grado di minacciare la maggioranza di governo per chissà quanto tempo, ma gli smottamenti interni nel Pd potranno rappresentare un pericolo costante per il premier. A questo punto diventa decisiva l'economia perché ai continui appelli del premier all'ottimismo e alla ripresa devono fare riscontro i risultati, altrimenti la credibilità cadrà con molta velocità. La Ue, in base ai conti e alle previsioni, deve decidere se concedere all'Italia più flessibilità. Che significa possibilità di investimenti. Renzi ne ha bisogno per far ripartire l'economia e rilanciare l'occupazione che viaggia sempre su livelli drammatici.