domenica 10 maggio 2015

Il Sole Domenica 10.5.15
La preghiera di Verlaine
di Gianfranco Ravasi


Abbi pietà di noi, Signore! Rendici più credenti e più miti, lontano dalla seduzione del peccato. Veglia su di noi come fa l’agricoltore sul grano di cui è geloso. Aprici con la fede alla felicità; aprici con l’amore alla felicità; aprici con la speranza alla felicità. Cristo,
abbi pietà di noi!
«Ti cerco brancolando», scriveva in un’altra delle sue poesie mistiche Paul Verlaine, autore di versi “satanici” e carnali, ma anche di slanci spirituali come questo che abbiamo desunto dalle sue Liturgie intime. È noto il suo tormentato e fin drammatico legame particolare con l’altro poeta romantico più celebre, Arthur Rimbaud, così come è stata pubblica la sua dissennata, disordinata e breve esistenza. Eppure l’anelito alla felicità viene espresso dal poeta nell’invocazione a Cristo, attraverso la chiave delle tre virtù teologali – fede, speranza e carità – l’unica capace di aprire la porta della casa della gioia. Anche l’amico Rimbaud aveva confessato: «Attendo Dio con ingordigia (gourmandise)».