Il Sole 9.5.15
Scuola. Presentati 9 emendamenti per rispondere alle richieste dei sindacati che rilanciano: il governo ci riceva o sciopero degli scrutini
Chiamata diretta con l’ok dei docenti
Il premier: cambieremo ciò che va cambiato - Per i presidi arriva la «pagella» triennale
di Claudio Tucci
ROMA Resta la “chiamata diretta” dei docenti di ruolo dell’autonomia da parte del preside. Si offrirà un incarico triennale, rinnovabile, in un ambito territoriale ristretto (sub-provinciale); ci si potrà anche candidare; e comunque nella scelta si dovrà tener conto del Cv del docente (si potranno svolgere anche dei colloqui). L’incarico è conferito con l’accettazione della proposta del dirigente scolastico. In caso di inerzia, o se i professori non ricevono chiamate, provvederà l’Ufficio scolastico regionale (l’Usr) ad assegnarli d’ufficio alle scuole. Anche per i presidi arriva “la pagella”: saranno giudicati ogni 3 anni da un comitato di valutazione istituito presso l’Usr. Ispettori ministeriali (il corpo, oggi, è ai minimi termini, ma verrà rafforzato) visiteranno gli istituti; i risultati raggiunti peseranno sulla quota premiale di stipendio dei dirigenti.
Si conferma che l’assegnazione delle risorse (200 milioni l’anno, dal 2016) per valorizzare i docenti meritevoli avverrà “collegialmente”: al preside viene infatti affiancato un comitato per la valutazione dei professori, i cui componenti sono individuati dal consiglio d’istituto (si apre a genitori e studenti). La premialità potrà essere utilizzata per “attrarre” o “trattenere” gli insegnanti validi, ed evitare che i docenti vogliano andare solo negli istituti più “blasonati”.
Il Pd, a meno di 24 ore dal termine dei “faccia a faccia” con i sindacati e il mondo della scuola in protesta sceso in piazza il 5 maggio, scioglie la riserva, e la relatrice Maria Coscia presenta in commissione Cultura della Camera un pacchetto di 9 emendamenti al Ddl di riforma Renzi-Giannini sui temi caldi del confronto.
«Ascoltiamo, ma andiamo avanti - spiega il presidente del Consiglio -. Cambieremo ciò che va cambiato. Dobbiamo ridare autorevolezza ai docenti». Con queste modifiche «chiariamo i dubbi e i timori che erano rimasti aperti negli insegnanti - aggiunge la responsabile Scuola dem, Francesca Puglisi -. Il dialogo certamente continua. Noi crediamo che il provvedimento sia ora un ottimo testo». Sulla stessa lunghezza d’onda la ministra Stefania Giannini: «Il Ddl è stato arricchito, confido che ora i lavori parlamentari procedano speditamente».
Ma i sindacati restano critici, e, con un comunicato unitario firmato da Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda, parlano di «governo irresponsabile», e chiedono un convocazione urgente, annunciando, «in assenza di adeguate risposte» il proseguimento della mobilitazione «fino a coinvolgere le attività di scrutinio di fine anno». Anche per Sel e M5S, con gli emendamenti presentati dalla relatrice, il testo «non cambia, anzi peggiora». E Fi chiede più attenzione per idonei concorso Profumo e abilitati con Tfa e Pas.
I lavori in commissione Cultura riprenderanno oggi con le votazioni. Si continuerà anche domani, con l’obiettivo di chiudere, in sede referente, all’inizio della prossima settimana, votando il mandato alla relatrice Coscia (ma bisogna prima aspettare i pareri delle altre commissioni, Bilancio inclusa). Il Ddl è atteso in Aula il 14 maggio, per ricevere l’ok entro il 19. Poi passerà al Senato: la dead line fissata dal governo è metà giugno, perchè ci vogliono i tempi tecnici per procedere il 1° settembre alla stabilizzazione di oltre 100mila precari, essenzialmente iscritti nelle graduatorie a esaurimento (continuano a restare fuori gli idonei del concorsone del 2012). Le «Gae» non si svuoteranno subito: restano inseriti circa 23mila maestri dell’infanzia che verranno, però, assunti con la riforma del servizio scolastico rivolto ai bambini di 0-6 anni.
Con la fine ufficiale delle «Gae» si potrà salire in cattedra solo per concorso: il primo bando sarà emanato entro il 1° ottobre per circa 60mila posti che copriranno il fabbisogno derivante dal turn-over del triennio 2016-2019. Il preside potrà utilizzare i docenti dell’autonomia per sostituire gli insegnanti assenti solo per coprire supplenze temporanee fino a 10 giorni.
In commissione Cultura dovrà essere sciolto il nodo precari di lungo corso, con oltre 36 mesi di servizio su posto vacante e disponibile , non stabilizzati. La linea del Pd, spiega Cesare Damiano, è non penalizzare chi già lavora. La soluzione potrebbe arrivare, riformulando un emendamento parlamentare che esclude la retroattività dei 36 mesi: «Una soluzione simile, nel settore privato, fu fatta nel 2007, per evitare licenziamenti», ricorda Damiano (allora ministro del Lavoro). Da segnalare poi che le deleghe contenute nel Ddl si sfoltiranno: scendono da 13 a 8. E sul 5 per mille alle scuole, si istituisce un fondo presso il Miur di 50 milioni l’anno dal 2017 da ripartire tra gli istituti in misura proporzionale alle scelte espresse (sale dal 10% al 20% la quota perequativa statale per i territori svantaggiati).