Il Sole 31.5.15
Previdenza. La decisione del tribunale di Napoli
Accolto il primo ricorso sui rimborsi pensioni
Poletti: tenere conto del Dl
di M.Rog.
Roma Ampiamente prevista, in parte temuta, l’ondata ricorsi sul caso “pensioni-indicizzazioni” comincia a materializzarsi. Con conseguenti pronunce dei tribunali. Le prime tracce si rendono chiaramente visibili a Napoli dove un decreto ingiuntivo datato 29 maggio del Tribunale del capoluogo campano, sezione lavoro, ha stabilito un’ingiunzione al pagamento di 3.074 euro, diretta all’Inps, a titolo di arretrati dopo la bocciatura da parte della Corte costituzionale del blocco delle rivalutazioni delle pensioni per gli anni 2012 e 2013. Con questa decisione il Tribunale di Napoli ha accolto il ricorso di un pensionato partenopeo presentato il 13 maggio, ovvero 5 giorni prima che il Governo varasse (il 18 maggio) il decreto sui rimborsi. Provvedimento, quest’ultimo, che è entrato in vigore il 21 maggio, data della sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Di fronte alla pronuncia del Tribunale di Napoli la posizione del Governo comunque non cambia: i cittadini che ritengano di vedere leso un proprio diritto hanno pieno titolo a fare ricorso, «ma - come ricorda il ministero del Lavoro - i ricorsi dovranno tenere conto del decreto Governo».
In altre parole, a prescidere dalla data di presentazione del ricorso per l’esecutivo il quadro di riferimento è in ogni caso quello tracciato dal decreto varato il 18 maggio scorso. «Dal punto di vista della legittimità, noi siamo convintissimi di aver pienamente ottemperato a quanto la Corte costituzionale ha in qualche modo sottolineato come limiti della normativa precedente per cui ha scelto di cassare quella parte della norma»», aveva affermato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, subito dopo l’approvazione del provvedimento. Un concetto di fatto ribadito anche dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan e dallo stesso premier Matteo Renzi.
Il provvedimento dell’esecutivo riconosce relativamente al biennio 2012-2013 una rivalutazione del 40% per gli assegni tra 3 e 4 volte il minimo, del 20% per quelli tra 4 e 5 volte il minimo e del 10% per le pensioni tra 5 e 6 volte il minimo. Il decreto stabilisce che in relazione al biennio 2014-2015 il rimborso sarà pari al 20% di quanto previsto per il biennio precedente. Il tutto con rimborsi medi di 500 euro (da un minimo di 278 euro a un massimo di circa 750 euro) da corrispondere dal 1° agosto.
Il pensionato che si è visto accogliere il ricorso percepirebbe una pensione di circa 2mila euro lordi mensili e pertanto rientrerebbe nella fascia di pensionati destinati a ricevere un bonus massimo di 750 euro. E, naturalmente, il suo legale, Vincenzo Ferrò, non la pensa come il Governo: «Si tratta del primo decreto ingiuntivo di questo tipo. Abbiamo sempre nutrito la massima fiducia nella magistratura e il nostro non facile lavoro è stato ripagato. Questo è il primo di una serie di ricorsi». A confermare che il rischio è quello di un’ondata di richieste è il Codacons, che ha già avviato una class action e che considera il decreto del Governo non valido per il pregresso: quella del Tribunale di Napoli è «una decisione importantissima».
Quanto all’Inps, l’Istituto guidato da Tito Boeri, ha ora a disposizione 40 giorni di tempo, come si legge nell’ingiunzione del Tribunale di Napoli, per opporsi davanti al giudice. Opposizione che si dovrebbe basare anche sul decreto varato dal Governo.