sabato 30 maggio 2015

Il Sole 30.5.15
Festival dell’Economia di Trento
La disuguaglianza divide il mondo
Stiglitz: la responsabilità è della politica. Boeri: la mobilità sociale porta crescita
di Armando Massarenti


È con un forte richiamo alle responsabilità della politica, e non dell’economia, che si è chiuso ieri il discorso del premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz su «La grande frattura. Nuove prospettive sulla disuguaglianza e su come ridurla» al festival dell’Economia di Trento, quest’anno dedicato alla mobilità sociale. Perché se è vero che, come sostiene Stiglitz, le disuguaglianze sociali e la sempre più scarsa mobilità sociale sono frutto dei meccanismi economici di mercato, è solo grazie a mirate e lungimiranti scelte politiche che si può provare a porvi rimedio. «I cambiamenti graduali non sono sufficienti. È urgente prendere decisioni oggi per prevenire le diseguaglianze dei decenni a venire». Per l’economista americano «una delle questioni principali sono le riforme dell’Eurozona e le politiche di austerità che non hanno mai funzionato e anzi hanno soffocato la ripresa ancora di più. L’austerità sta uccidendo l’Europa e la crescita futura.
L’analisi di Stiglitz si è concentrata in particolare sugli Stati Uniti che, al contrario di ciò che ancora oggi si tende a credere, sono diventati uno dei Paesi più disuguali del mondo, anche in relazione al tema delle opportunità. «La sistematica relazione tra diseguaglianze dei redditi diseguaglianze delle opportunità non deve sorprenderci», ha detto Stiglitz dopo aver mostrato una serie di dati e le molteplici dimensioni dell’ineguaglianza: maggiore ricchezza ai vertici della società, aumento dei poveri, declino della classe media, diversi trattamenti nell’accesso alla salute e alla giustizia.
Ma anche da un punto di vista meramente economico, Stiglitz ha cercato di mostrare che diseguaglianza e scarsa mobilità sociale sono di per sé poco auspicabili anche da un punto di vista meramente economico. Ha criticato ad esempio la vecchia idea di Okun secondo cui la diseguaglianza aumenta l’efficienza economica e andrebbe trovato un trade off tra le due.
Non solo essa provoca un danno alla democrazia, divide la società e provoca una serie di altre conseguenze sgradevoli, ma fa a pugni anche con la crescita. «Equità e buone performance economiche sono complementari. La perdita di opportunità significa perdita di risorse. Noi possiamo permetterci un grado più alto di equità. Non solo: questa aiuterebbe l’economia. Molti paesi poveri hanno “scelto” politiche egualitarie».
Sarà interessante ascoltare, nei prossimi giorni, nel ricchissimo programma del festival, gli interventi di Krugman e di Piketty le cui analisi divergono su molti punti rispetto a quelle di Stiglitz. Oppure dei protagonisti italiani, dal premier Renzi, di scena oggi, al ministro dell'economia Padoan al Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco.
Che la mobilità sociale sia importante per ragioni di equità ma anche di efficienza e di crescita economica è un concetto che Tito Boeri, direttore del Festival dell’Economia, ha espresso inaugurando i lavori, perché mobilità «vuol dire consentire a chi ha le capacità di emergere». Giuseppe Laterza ha ricordato quanto ciò sia problematico nel nostro paese ricordando il libro di Visco su Investire in conoscenza, una puntuale denuncia delle carenze italiane in tema di capitale umano.
Nella sua nuova veste di presidente dell’Inps Boeri ha inoltre auspicato che l’Istituto possa dare «un contributo alla crescita dell’equità sociale e al miglioramento del welfare del Paese». Alla cerimonia inaugurale hanno preso parte anche il governatore del Trentino Ugo Rossi, il presidente dell’Università di Trento Innocenzo Cipolletta, il rettore dell’ateneo trentino Paolo Collini, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, il chief economist del gruppo Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice, la curatrice della mostra del decennale Nunzia Penelope. Sì, perché sono esattamente dieci anni che il festival dell’Economia invita strati sempre più ampi di pubblico a riflettere su temi chiave che implicano accurate analisi tecniche ma che riguardano da vicino la vita di tutti. «La crescita economica - ha detto ancora Boeri - è fondamentale per garantire maggiore mobilità sociale, perché in un paese destinato alla stagnazione è molto facile che le persone che ereditano patrimoni vivano di rendita e quindi siano in una situazione di vantaggio assoluto rispetto a coloro che magari investono tutte le loro energie nella carriera lavorativa, che magari fanno benissimo nel loro campo ma non riusciranno mai a colmare quel divario perchè l’economia cresce poco».