Il Sole 28.5.15
Pechino. Il Governo ha chiesto di inserire lo yuan nel paniere che serve a calcolare i diritti speciali di prelievo
Una decisione potrebbe arrivare a giugno
Pressing cinese per entrare nella valuta Fmi
di Rita Fatiguso
PECHINO Un curioso siparietto è andato in scena a fine marzo scorso quando il Governatore della PBoC, Zhou Xiaochuan, e il direttore dell'Fmi, Christine Lagarde, si sono ritrovati allo stesso tavolo per parlare al China Development Forum di Diaoyutai.
Il vegliardo Xiaochuan ha fatto una corte serrata alla Lagarde, scoprendo le carte e chiedendole di fare uno sforzo per inserire il renminbi nel paniere delle monete sulle quali l’Fmi calcola il valore dei Diritti Speciali di Prelievo (DSP, in inglese Special Drawing Rights o SDRs), la valuta del Fondo nata per rimpiazzare l’oro nelle transazioni internazionali e, proprio per questo, meglio nota come paper gold.
Quest’anno si deve procedere alla revisione quinquennale, la Lagarde si è smarcata elegantemente sulla richiesta di apertura alla Cina della valuta Fmi, facendo intuire che la questione è aperta, si vedrà.
Una decisione potrebbe arrivare a giugno, tanto più che Pechino ha appena incassato dall’Fmi il giudizio positivo (vote of confidence) sulla rivalutazione del renminbi, una sorta di attestato di buona condotta per lo sforzo fatto nell’apprezzare la divisa (per la gioia degli Usa).
Tuttavia il match Xiaochuan-Lagarde non finisce qui, anzi. Sui DSP la Cina punta con forza come trampolino per incentivare in tutti i modi l’internazionalizzazione del renminbi, se questo è l’anno della revisione quinquennale del paniere, l’Fmi deve dire se pensa o no di includere anche la moneta di Pechino. La Cina, tra mercati onshore e offshore, depositi all’estero in Rmb, obbligazioni e sviluppo di altri prodotti derivati denominati in questa valuta, si sta muovendo nella direzione di una moneta liberamente utilizzabile anche se, formalmente, ancora non lo è.
Fino al 1999, data di nascita dell’euro, le valute incluse nel paniere erano: dollaro statunitense, marco tedesco, franco francese, sterlina britannica e yen giapponese. In seguito l’euro ha sostituito il marco e il franco. Chi uscirà dal paniere per far posto al renminbi?
Alcuni valutano inoltre la loro moneta in Diritti Speciali di Prelievo, i DSP servono a regolare la responsabilità nel trasporto marittimo, aereo, i limiti di risarcimento nel traffico merci, li utilizzano l’Unione Postale Universale e le compagnie telefoniche internazionali negli accordi sul roaming.
Sugli effetti di un possibile ingresso cinese Yi Gang, vice Governatore della PboC e, soprattutto, direttore di Safe, l’agenzia che sovrintende alla valuta internazionale, ha le idee chiare. «Indubbiamente, se la nostra moneta entra nel paniere DSP questo sarà anche un passo favorevole nella riforma del sistema monetario internazionale. Credo che – aggiunge Yi Gang - per la riforma della Cina e l’apertura del settore finanziario gli DSP dovrebbero svolgere un ruolo di facilitatore, quindi stiamo valutando, e comunicando attivamente con il Fondo, nella speranza che i miei colleghi valutino l’internazionalizzazione del renminbi come un elemento in grado di favorire l’ingresso nel paniere. In questi ultimi cinque anni il processo di internazionalizzazione della valuta si è sviluppato rapidamente, si calcola 1,8 trilioni di depositi denominati in euro, 60 banche centrali stanno investendo nel renminbi che è già la seconda più importante valuta di finanziamento del commercio mondiale, la sesta moneta più intermediata in borsa.
L’Fmi procede, infatti, in base a due criteri: in primo luogo la quantità di denaro legata al commercio di beni e servizi (e al riguardo la Cina non ha rivali), in seconda battuta la moneta deve poter essere utilizzata liberamente e qui, invece, si apre un fronte più accidentato.
Resta, per la Cina, l’incognita Hong Kong: la valuta è ancorata al dollaro, attualmente il meccanismo funziona molto bene, ma il processo di apertura del renminbi potrebbe emarginare il dollaro di Hong Kong che già totalizza il 70% del totale di tutte le transazioni in renminbi fuori dalla Cina, pari a un giro di affari di 800 miliardi al giorno.