mercoledì 20 maggio 2015

Il Sole 20.5.15
Unione europea. No di Hollande alle quote
Sull’immigrazione il presidente contrario alle proposte di Bruxelles: trattiamo sulla ripartizione
Crisi greca, Francia e Germania vogliono un’intesa entro pochi giorni
di Marco Moussanet


Parigi La Francia ufficializza il proprio “no” al sistema di quote immaginato dalla Commissione europea per la distribuzione degli immigrati tra i vari Paesi. Dopo la confusione dei giorni scorsi (con il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve che si era dichiarato favorevole al meccanismo e il premier Manuel Valls che con un tweet aveva espresso il proprio dissenso) è stato il presidente François Hollande a chiarire che Parigi è contraria alla proposta di Bruxelles.
«Non esiste che ci siano delle quote di immigrati – ha detto Hollande durante una conferenza stampa a Berlino insieme alla cancelliera Angela Merkel – perché abbiamo delle regole sul controllo delle frontiere e delle politiche di gestione dell’immigrazione. Le persone che vengono pensando che l'Europa sia un continente di prosperità senza neppure avere la prospettiva di essere accolte da delle imprese devono essere riaccompagnate nei Paesi di provenienza. Questa è la regola. Il diritto d’asilo non può dipendere da delle quote, non avrebbe alcun senso. Quindi respingiamo questo criterio contrario ai principi».
Si tratta evidentemente di una posizione che risponde a ragioni di politica interna. A pochi mesi dalle elezioni regionali (in dicembre) e a due anni dalle presidenziali, con un tasso di disoccupazione che continua a crescere e un’estrema destra al 25%, Hollande non può permettersi di diventare agli occhi di un’opinione pubblica particolarmente sensibile all’argomento “il presidente dell'immigrazione”.
Ma l’impressione è che Parigi metta le mani avanti in vista del negoziato che si aprirà, lasciando comunque uno spazio alla trattativa: «Quando ci sono rifugiati – ha detto Hollande - che vanno sempre negli stessi Paesi, a partire dalla Germania, dobbiamo fare in modo che altri Paesi facciano la loro parte. È quella che chiamiamo ripartizione». Quote automatiche e imposte no, insomma. Ripartizione contrattata sì.
D’altronde la Merkel ha fatto capire che ci sono margini di manovra: «Ci sono molti aspetti che richiedono degli approfondimenti. E spetterà ai ministri dell’Interno il compito di riflettere sulle proposte della Commissione. C’è per esempio da chiedersi cosa fare di chi non ha la possibilità di ricorrere al diritto d’asilo. Sono sicura che su questi punti ci sarà ben presto una posizione comune franco-tedesca».
Va ricordato che secondo i calcoli effettuati dallo Spiegel, utilizzando i criteri della Commissione la Germania passerebbe dalle 173mila richieste d’asilo del 2014 a poco più di 100mila, mentre la Francia da meno di 60mila a circa 80mila.
La Merkel e Hollande hanno parlato anche di clima (e d’altronde si sono incontrati a Berlino in occasione del cosiddetto “Dialogo di Petersberg”, riunione informale sulle questioni climatiche avviato proprio dalla cancelliera tedesca nel 2010 dopo il fallimento del vertice di Copenaghen e al quale hanno partecipato i ministri di 35 Paesi), in vista della Cop 21 che si svolgerà a Parigi a inizio dicembre.
I due leader hanno auspicato un accordo «ambizioso, globale e vincolante», invitando tutti i Paesi a prendere posizione (e impegni concreti) entro il 30 ottobre. Per cercare di garantire il successo del summit parigino.
Merkel e Hollande hanno infine sollecitato «un’accelerazione» degli sforzi perché si arrivi a un’intesa sul dossier greco, possibilmente nel fine settimana a Riga.