mercoledì 6 maggio 2015

Il Manifesto 6.5.15
Diffamazione: il manifesto, l’Unità e le altre
Di E. Martini

Quando un gior­nale chiude per fal­li­mento si apre un vuoto per i let­tori e un dramma silen­zioso nella vita di tanti gior­na­li­sti, dop­pia­mente col­piti dalla per­dita del lavoro e lasciati soli a pagare di tasca pro­pria i costi di one­rose que­rele per dif­fa­ma­zione. Risar­ci­menti dei quali, da che stampa è stampa, si fanno carico gli edi­tori, a cui spet­te­rebbe comun­que pagare il grosso della somma dovuta. Ma se l’editore fal­li­sce, tutto ricade sulle spalle del gior­na­li­sta e del direttore.
Oggi, il caso scop­pia per i col­le­ghi de l’Unità, in cassa inte­gra­zione dal primo ago­sto 2014, da quando la Nie, la società edi­trice tra i cui azio­ni­sti siede anche il Pd, ha dichia­rato fal­li­mento. In que­sti mesi c’è chi tra i redat­tori de l’Unità, si è visto pigno­rare la casa in cui vive o ha rice­vuto ingiun­zioni di paga­mento da infarto. All’ex diret­trice Con­cita De Gre­go­rio è arri­vato un bol­let­tino da capo­giro: 400 mila euro.Fnsi e gior­na­li­sti denun­ciano il vuoto legi­sla­tivo che bru­cia drammi per­so­nali e rap­pre­senta un atten­tato alla libertà di stampa. Il Par­la­mento potrebbe inter­ve­nire emen­dando il ddl sulla dif­fa­ma­zione. E il Pd potrebbe con respon­sa­bi­lità poli­tica met­tere mano al portafoglio.
Però in tempi di crisi e di tagli popu­li­sti al fondo pub­blico per l’editoria, chi pensa al dramma dei gior­na­li­sti di decine di testate locali e di coo­pe­ra­tive edi­trici fatte morire in que­sti anni? Non tutti hanno la for­tuna di una comu­nità di let­tori come quella del mani­fe­sto che nel 2012 salvò il nostro Luca Fazio, allora in cassa inte­gra­zione come tutti noi, con­dan­nato a pagare una prov­vi­sio­nale per una causa, poi vinta, inten­tata dal Pdl Ric­cardo De Corato.Dal giorno della liqui­da­zione del vec­chio mani­fe­sto, anche su di noi stanno pio­vendo ingiun­zioni di paga­mento, men­tre siamo impe­gnati a tor­nare padroni della testata oggi in liqui­da­zione. Non basta la buona volontà dei let­tori. Serve un fondo appro­priato per tute­lare i dif­fa­mati e met­tere i gior­na­li­sti e la libertà di stampa al riparo dell’arbitrio del momento