lunedì 4 maggio 2015

Corriere 4.5.15
Migranti, vittime al largo della Libia
Decine di barconi in Sicilia e Calabria
Record di arrivi
di Giusi Fasano


Settemila migranti, la maggior parte dall’Africa subsahariana, sbarcati in Calabria e Sicilia negli ultimi due giorni: in un fine settimana non erano mai stati così tanti, con 17 richieste di soccorsi solo ieri. Le strutture di prima accoglienza delle due regioni sono in allerta, e in alcuni casi sono già oltre il limite delle proprie capacità.
In due giorni 7 mila migranti salvati in mare
È il record per un fine settimana, accolti nei Centri di Sicilia e Calabria. Quindici i morti al largo della Libia L’allarme è arrivato agli operatori fra giovedì e venerdì: attenzione, le condizioni del mare sono migliorate, arriveranno in tanti.
Ne sono sbarcati ben più del previsto. Quattromila soccorsi nella sola giornata di sabato e un numero ancora imprecisato — più o meno tremila — già in salvo o che sta aspettando i soccorsi in queste ore, dopo diciassette richieste di aiuto arrivate ieri. Mai così tanti in un solo weekend.
Tutte le strutture di prima accoglienza della Sicilia e della Calabria sono in allerta, in alcuni casi sono già oltre il limite delle proprie capacità.
Ancora una volta la maggioranza di questi disperati viene dall’Africa sub-sahariana e il copione è quello di sempre: caricati a centinaia su barconi che ne potrebbero trasportare poche decine, salpati quasi sempre da qualche punto delle coste libiche e recuperati in mezzo al Mediterraneo dopo il solito allarme lanciato con il satellitare dagli scafisti.
Sabato, durante il giorno, sono stati lanciati sedici Sos e un altro si è aggiunto nella notte. Da otto barconi e nove gommoni i soccorritori della Marina militare, quelli della Guardia costiera, della Guardia di finanza, un rimorchiatore italiano e una nave francese hanno issato a bordo, appunto, più o meno quattromila persone. Per ritrovarsi di nuovo, nel giro di poche ore, davanti a una raffica di altre richieste di soccorso. Le navi dei soccorritori cariche di gente sfinita dalla traversata — stavolta erano molte le donne e i bambini — sono approdate a Lampedusa, Trapani, Pozzallo, Augusta e Reggio Calabria. Chissà se qualcuno di quei migranti sapeva della catastrofe di quindici giorni fa... Nello stesso Canale di Sicilia che ciascuno di loro ha attraversato in questi ultimi due giorni, due settimane fa sono annegate fra le 700 e le 900 persone.
E tutte quelle vite perdute non sono servite a scoraggiare nessuna partenza, a fermare nessuno scafista perché gli sbarchi sono in costante aumento e i numeri di questo fine settimana lo confermano e promettono un’ondata di arrivi praticamente inarrestabile.
Su due dei gommoni soccorsi sabato c’erano sei persone morte e altre hanno invece perso la vita al largo della Libia tuffandosi in acqua alla vista dei soccorritori, nella speranza di essere salvati per primi. Le vittime, alla fine, sono una quindicina.
Nell’elenco dei soccorsi anche i cinquecento migranti, già in viaggio su cinque barconi, che sono stati intercettati e riportati indietro ieri sera dagli uomini della Guardia costiera libica a otto miglia nautiche dalle loro coste. Il colonnello libico Reda Issa ha detto che si tratta in gran parte di africani e non ha chiarito quale sarà adesso la loro sorte. Probabilmente andranno in un centro di detenzione di Misurata.
In questo panorama di grandi numeri a Cellole, in provincia di Caserta, tiene banco la storia di 24 migranti che i cittadini non vogliono e che sono stati ospitati in una casa di accoglienza gestita da una cooperativa sociale. Tale è stata la protesta che per riportare la calma il sindaco Aldo Izzo ha dovuto chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. «La coop — si è arrabbiato ieri — ha partecipato al bando e ha fatto arrivare gli immigrati senza nemmeno avvisarci».