lunedì 25 maggio 2015

Corriere 25.5.15
Un Paese diviso Mentre l’Europa sta a guardare
di M. S. Na.


La Polonia che si risveglia dopo l’elezione presidenziale più combattuta della sua storia recente è un Paese ancora una volta diviso lungo la faglia est-ovest. Da una parte le regioni occidentali, filoeuropee e più sviluppate, dall’altra la grande pianura orientale che negli anni del boom ha pur beneficiato dei fondi europei ma resta vulnerabile a misure come le sanzioni contro la Russia: gli agricoltori risentono del bando all’export verso Mosca. È in queste regioni che è più ascoltato il richiamo di Radio Maryja, espressione di quel cattolicesimo militante e diffidente verso le svolte, pur moderate, perseguite negli ultimi anni dai liberali di Piattaforma civica su temi sensibili come la fecondazione in vitro. È la Polonia profonda, lontana da un’Europa che non esita a chiedere impegni e sacrifici. Non giovano allo spirito di coesione, in queste regioni di frontiera, messaggi come quello arrivato dal vertice di Riga della scorsa settimana sul Partenariato orientale. Un’occasione per rinsaldare l’amicizia con i vicini dell’Est ancora fuori dal grande progetto comunitario e per mostrare che si possono tenere insieme diplomazia e principi — il convitato di pietra, come sempre, era la Russia —. I leader Ue hanno invece riaffermato una distanza, avvertita anche nella Polonia che continua a credere nell’Europa come destino.