venerdì 1 maggio 2015

Corriere 1.5.15
Giulia, la compagna (a sinistra) di Civati:
Pippo è la minoranza. Oltre il Pd c’è spazio
di Renato Benedetto


MILANO A vedere Pippo Civati, mercoledì davanti a Montecitorio, solo deputato dem a prendere la parola alla manifestazione di Sel contro l’Italicum, non è stata sorpresa. «La minoranza vera, quella che può essere descritta come tale, è rappresentata solo da Pippo. L’unico che agisce in modo coerente, che non dice una cosa facendone un’altra». Parola di Giulia Siviero ( foto ): laureata in filosofia, lavora sulle questioni di genere, collabora con il Post e il manifesto ed è la compagna di Civati, con il quale ha una bambina. L’esponente della sinistra dem, con un gruppo di deputati, proprio in queste ore sta pensando alla possibilità, nell’aria da tempo, di lasciare il Pd: «Se fossimo stati in 100 a dire no all’Italicum ci sarebbe stata la possibilità di fare qualcosa dentro il Pd. Ma così non è più possibile. E se non c’è uno che lo fa per primo, non lo farà mai nessuno», ha spiegato lui. E cosa dice lei, che, come Civati ha più volte ammesso, è elettrice di Sel e più a sinistra di lui? «Il Pd ha tradito il suo progetto iniziale, anche se io non ho mai votato Pd». Si potrebbe allora pensare che sia ben felice di vedere il suo compagno spostarsi a sinistra e raggiungerla. Gli darebbe una spinta? «Non darei una spinta, perché non funziona così la nostra relazione, non do nessun consiglio. Ma da osservatrice — prosegue Siviero —, muovendomi in un mondo che è più a sinistra del Pd, composto soprattutto da donne, molte femministe, posso testimoniare che c’è richiesta di rappresentazione. Uno spazio immenso». E chi potrebbe riempirlo, con Civati, gli altri membri di minoranza? «Credo non ci sia una minoranza del Pd. Ci sono deputati a cui fanno riferimento altri deputati, senza un accordo compatto tra loro. Ma c’è molta insofferenza». Civati l’ha mostrata più volte. «Ne soffrono moltissimi parlamentari del Pd, mi pare, ma non sempre agiscono per togliersela, l’insofferenza. Ci vorrebbe più coraggio e più creatività. Che non ci sia alternativa è una narrazione che circola, ma un’alternativa c’è sempre». Sì, ma nella «narrazione» di Renzi quell’alternativa ha il limite del 3%. «Renzi fa il suo gioco, sminuire fa parte della sua tecnica comunicativa». Forse anche il premier sarebbe felice di non avere un controcanto continuo all’orecchio sinistro. D’altronde, ha spesso invitato chi vuole a uscire. «Sono d’accordo, ognuno è libero di fare quello che vuole. Così come gli elettori e le elettrici, che vanno sempre meno a votare». Alla fine un punto di accordo con Renzi lei lo trova.