Repubblica 22.4.15
Matteo Orfini
“Incomprensibile gente come Bersani no alla dittatura della minoranza”
intervista di Tommaso Ciriaco
ROMA Lavorerà per evitare la fiducia sulla legge elettorale. Eppure il presidente del Pd Matteo Orfini non risparmia la minoranza dem, a partire da Pierluigi Bersani: «Usano toni più duri dei leader delle opposizioni. Sono incomprensibili».
Avete sostituito dieci colleghi del Pd in commissione. A lei risulta che l’abbiano chiesto loro?
«Io ho ascoltato Cuperlo dire in assemblea che qualora i parlamentari non se la fossero sentita di rispettare la linea di maggioranza, non avrebbero chiesto la sostituzione ma l’avrebbero ritenuta legittima».
E la ritiene legittima?
«Io, Bersani, Cuperlo e altri abbiamo contribuito a cambiare il testo. L’ottanta per cento delle richieste della minoranza è stato accolto. Si è votato in direzione e al gruppo, ora il partito applica quanto scelto. In commissione e in Aula».
Resta la sostituzione di massa. Senza precedenti.
«Vero, ma è senza precedenti anche il fatto che in dieci abbiano detto di non voler riconoscere l’esito della discussione. Come si fa a immaginare di far prendere al gruppo la propria posizione personale e minoritaria? Questa è la negazione del principio democratico che regola un partito. Non c’era altra strada, quindi. Fossi stato in Bersani, Cuperlo e Bindi avrei riconosciuto l’esito della discussione o chiesto la sostituzione. Ma sa qual è la vera domanda».
Qual è, Orfini?
«Se in una situazione come questa non si rispetta l’esito di una discussione, allora come si decide in un partito? Non può valere il principio della dittatura della minoranza, né è possibile riconoscere loro un potere di veto. Lo dice uno che su molte cose è in minoranza... ».
Sempre su meno cose, no?
«Beh, di recente ho preso una posizione molto chiara su De Gennaro. Nessuno dei paladini della sinistra interna ha speso una parola. A occhio e croce nel gruppo dirigente ero in minoranza netta...».
Non potreste almeno risparmiare la fiducia sulla legge elettorale? Ci sono tre soli precedenti, uno dei quali sotto il fascismo. E se l’avesse messa Berlusconi...
«Non so, io credo che non servirà metterla. Spero che prevalga il buon senso e si rispettino le decisioni prese assieme. La fiducia sarebbe una sconfitta per tutti. Soprattutto per il Pd. Io lavorerò affinché non sia necessaria».
E Bersani? Può tornare sui suoi passi senza indebolirsi?
«Bersani è un uomo troppo esperto perché qualcuno gli dia consigli. Però una cosa devo dirla: faccio fatica a comprendere come la mancata riduzione da cento a ottanta dei capilista bloccati metta a rischio la democrazia. Diciamo che la democrazia è una cosa un tantino più complessa. E noi non la stiamo mettendo a rischio, semmai la stiamo rafforzando».
La minoranza ha i numeri per frenare l’Italicum?
«Credo di no. Perso che il Pd voterà compatto. In queste ore vedo maturare singole prese di posizione importanti, anche di chi non condivide del tutto l’impianto della legge».
Quindi non crede nella scissione?
«Di fronte ai problemi che attraversa questo Paese, registro un certo sconcerto tra la nostra gente, perché questa radicalizzazione appare strumentale. Spero che recuperino il senso delle proporzioni. Trovo incomprensibile vedere dirigenti che usano verso il governo guidato dal proprio segretario toni più duri di quelli utilizzati dai leader dell’opposizione».
Anche Renzi drammatizza, quando lega l’Italicum alla sopravvivenza del governo e della legislatura.
«Questa non è una drammatizzazione. L’impegno assunto dai partiti con Napolitano era per una legislatura costituente. Era la precondizione che giustificava maggioranze non omogenee. Se viene meno, quella indicata da Renzi è la conseguenza evidente».
Teme che le opposizioni trasformino l’Aula in un’arena?
«Spero prevalga il buonsenso. Confronteremo il discorso di Brunetta con quello di Romani. Dimostrerà la loro strumentalità».
Ci sono margini per far rientrare le dimissioni di Speranza?
«Ho detto a Roberto che ha commesso un errore. Spero voglia ritirarle. In un gruppo è possibile avere visioni differenti, ma lui ha guidato i deputati con equilibrio. Solo temo sia stato mal consigliato...».
Da Bersani?
«Buona serata».