Repubblica 20.4.15
Oltre 1 miliardo di persone in estrema povertà
Appello del governatore Ignazio Visco, alla Banca mondiale: “Sono dati inaccettabili, dovete agire nelle aree più a rischio” “L’enorme ammontare di liquidità che si è creata in questi anni si è incanalata solo marginalmente verso i Paesi più poveri”
di Elena Polidori
WASHINGTON L’ennesimo barcone si ribalta nel canale di Sicilia e il governatore della Banca d’Italia lancia l’allarme: «Oltre un miliardo di persone vive ancora in estrema povertà. É inaccettabile». La Banca mondiale «deve agire nelle aree più a rischio». Visco interviene al Development Committee, l’organismo che si occupa del Sud del mondo. Il suo discorso, alla luce dell’ultima tragedia, suona di estrema attualità. Povertà e immigrazione, del resto, sono due facce della stessa medaglia. Per questo, nella sua visione, la battaglia per alleviare il dramma della fame e della sete deve restare “prioritaria” nell’agenda internazionale. Il governo italiano ha già chiesto un vertice speciale dell’Europa su questo tema. Il ministro Padoan, lasciando il vertice di Washington, ha invocato “una risposta coordinata” dei partner per fronteggiare l’emergenza sbarchi. Ma nel lungo termine — ecco il messaggio — «occorre sradicare le ragioni per le quali queste persone a volte affrontano un viaggio di morte. Vanno stabilizzati i paesi da dove questi flussi provengono, partendo dalla Libia». Sradicare e stabilizzare: di questo discutono i Grandi del mondo, senza troppo successo, per la verità. «Se anche raddoppiassimo il bilancio della Banca mondiale, non saremmo comunque vicini a soddisfare i bisogni finanziari necessari», lamenta Visco. Il comunicato finale del Development fa trapelare le stesse preoccupazioni: «La Banca mondiale deve proseguire la sua lotta contro la povertà e aiutare i Paesi a medio e basso reddito colpiti dal calo dei prezzi del petrolio e dal rallentamento del commercio mondiale». Ci vuole «una crescita più inclusiva per ridurre la povertà».
Visco è tra i pochi ancora rimasti a Washington. Si occupa da sempre dei poveri, relegati nell’ultimo giorno di riunioni. Stavolta, pur riconoscendo che sono stati fatti «considerevoli progressi», fa notare che «i risultati sono ancora disomogenei e molti Paesi sono rimasti indietro». «Non possiamo fermarci», è il suo monito. I dati della Banca mondiale segnalano infatti che negli ultimi 25 anni la povertà si è ridotta di due terzi. Ma c’è appunto sempre un miliardo di persone che vive con meno di 1,25 dollari al giorno. «La lotta alla povertà è un imperativo morale», ammonisce Jim Yong Kim, presidente della Banca mondiale che annuncia di voler «costruire un’alleanza» con Papa Francesco su questi temi. Da economista Visco nota che «l’enorme ammontare di liquidità globale si è incanalato solo marginalmente verso i più poveri»; i risparmi privati si sono spostati dalle economie in via di sviluppo «verso i mercati finanziari di quelle avanzate».