mercoledì 15 aprile 2015

Repubblica 15.4.15
Anche Mattarella all’anteprima del film di Veltroni II ministro Boschi: restiamo ottimisti come i bimbi
di Annalisa Cuzzocrea


ROMA I bambini in prima fila. Gli altri: autorità, ministri, attori, tutti dietro. Anche il regista, Walter Veltroni, ha scelto la decima fila per rivedere il suo film — “I bambini sanno” — nell’affollata presentazione dell’Auditorium di Roma. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella siede al centro della platea accanto ai presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Piero Grasso. È entrato insieme a Giorgio e Clio Napolitano. Li ha accolti un applauso, poi via: il discorso dell’amministratore delegato di Sky Andrea Zappia (produttore insieme a Wildside e Palomar), e il film, spalancato sugli occhi di Marius, che ha 8 anni, vive in un campo Rom di Torino e sogna di vedere il mare.C’è tanto governo: i ministri Franceschini, Alfano, Poletti, Padoan, Boschi, Orlando, Giannini, Madia. Il sottosegretario Luca Lotti. Matteo Renzi è atteso, ma non arriva. Ci sono invece Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema, il sindaco di Roma Ignazio Marino e Mara Carfagna. Alfio Marchini e Gianni Letta. Ma non è solo la politica — non è mai stata solo la politica — il mondo dell’ex segretario Pd. Che accoglie con un “mister” Cesare Prandelli, tra i primi ad arrivare. Abbraccia Carlo Verdone, Renzo Arbore, Pippo Baudo, Lorella Cuccarini, Bianca Berlinguer. Ci sono cinema, giornalismo, televisione. C’è la musica con Antonello Venditti, il fotografatissimo Paolo Bonolis e la presidente Rai Anna Maria Tarantola. Margherita Buy e Sabrina Ferilli. «I bambini non hanno preconcetti, possono dare lezioni agli adulti che dovrebbero ascoltarli di più», dice Laura Boldrini. «Bisogna mantenere la capacità di sognare e l’ottimismo dei bambini», le fa eco Maria Elena Boschi. Per una sera, però, la scena la rubano loro: i 39 protagonisti, tutti tra gli 8 e i 13 anni, che si stancano a fare le foto, mettono su sorrisi su richiesta, e quando li liberano dall’inquadratura di gruppo — i più piccoli in piedi sulle panche, i più grandi accucciati «come i calciatori» — gridano “yeah”.