martedì 14 aprile 2015

Repubblica 14.4.15
Depressi
di Francesco Cro


La solitudine può peggiorare il decorso della depressione, favorendone la cronicizzazione e facilitando la comparsa e la persistenza di sintomi fisici, che spingono i pazienti a ricorrere più spesso al medico di base, peraltro senza ottenere sollievo. È il risultato di un’indagine dello psichiatra Klaas Wardenaar, che con i suoi collaboratori dell’Università di Groningen (Paesi Bassi) ha tentato di individuare alcune variabili che potessero rendere conto della grande eterogeneità del decorso delle sindromi depressive, che può variare da caso a caso. I ricercatori olandesi hanno valutato settimanalmente, per un anno, più di duecento pazienti depressi affidati alle cure dei medici di base, seguendo l’evoluzione dei sintomi affettivi (umore), cognitivi (memoria, concentrazione) e somatici (disturbi fisici associati alla depressione).
Mettendo in relazione i dati con l’esito clinico a due o tre anni di distanza, Wardenaar e colleghi hanno identificato diversi tipi di decorso. 1) Pazienti che migliorano presto; 2) Pazienti che cronicizzano. In base ai sintomi invece gli psichiatri di Groningen hanno notato che chi manifesta sin dall’inizio sintomi somatici tende a mantenerli , mentre chi ha più problemi affettivi e cognitivi ha una depressione più grave con bassa autostima e solitudine. Wardenaar ritiene che i differenti decorsi e quadri clinici siano espressione di diversi fattori causali di psicopatologie distinte che poi, nella pratica quotidiana, sono inquadrate come depressione.