domenica 12 aprile 2015

Repubblica 12.4.15
Camusso:“Solo tagli e disuguaglianze”
Sindacati critici sul Def.
di Luisa Grion


La leader Cgil: “Il tesoretto? Se c’è vada a investimenti e creazione di lavoro” Manifestazione a Roma dei lavoratori pubblici da sei anni senza nuovo contratto
ROMA .
La ricetta «è sbagliata». Nel Documento di economia e finanza appena approvato da Palazzo Chigi, per Susanna Camusso, leader della Cgil, c’è il solito mix di tagli e di austerità, una strada che «come abbiamo visto in questi sette anni non porta da nessuna parte» se non ad un aumento delle diseguaglianze, ha detto. Né la convince il dibattito su come spendere il tesoretto da 1,6 miliardi spuntato fra le pieghe del Def: «Se c’è vada agli investimenti all’occupazione, ma in questi casi sarei come San Tommaso, aspetterei la legge di stabilità per vedere se davvero ci sono le risorse». Né il tesoretto ha entusiasmato la Cisl, pur più morbida riguardo al Def («giudizio sospeso»). «Vedremo se il governo manterrà l’impegno di ridurre la pressione fiscale, per noi è la strada obbligatoria per far ripartire consumi e crescita» ha commentato Annamaria Furlan, segretario generale. La Cisl comunque utilizzerebbe il tesoretto per estendere il bonus fiscale degli 80 euro a pensionati, incapienti, giovani collaboratori e autonomi . D’altra parte il sindacato si è trovato a commentare i programmi del governo da una piazza piena di lavoratori in protesta perché da sei anni non hanno rinnovi contrattuali né sanno che effetti produrrà - in termini di occupazione su di loro e servizi per i cittadini - la riforma delle province. Ieri infatti i lavoratori del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil erano assieme a piazza Santi Apostoli a Roma per dire che «governo e regioni hanno fallito: dopo cinque anni di interventi spot la riforma e nel caos». «I lavoratori delle province sono 64 mila, esclusi i precari, e 20 mila sono a rischio - ha precisato Susanna Dettori, segretaria generale FpCgil - ma l'incertezza riguarda tutti, non abbiamo assolutamente idea di come il governo abbia definito gli esuberi». Senza risposte da domani Cgil, Cisl e Uil riprenderanno ad occupare le sedi delle province è cominceranno a pensare seriamente ad uno sciopero.
Ma sindacati a parte, il governo ha un fronte aperto anche con le imprese, preoccupate perché nel decreto sul riordino dei contratti previsto dal Jobs act è spuntata una clausola di salvaguardia. Nel caso in cui mancassero risorse per trasformare le collaborazioni in lavoro a tempo indeterminato aziende e autonomi sarebbero infatti chiamate a versare più contributi. «E’ altamente improbabile che possa avvenire - ha detto il ministro del Lavoro Poletti - in ogni caso assicuro che la clausola sarà superata prima dell’approvazione definitiva del provvedimento».