martedì 28 aprile 2015

La Stampa 28.4.15
Scuola, test Invalsi slitta dopo lo sciopero
L’ira dei sindacati: “Un atto gravissimo”
di Flavia Amabile


E alla fine l’Invalsi ha preso l’unica decisione possibile per salvare le prove della scuola primaria, rinviarle entrambe di un giorno: quella di italiano si terrà mercoledì 6 maggio, quella di matematica giovedì 7. E i sindacati denunciano pressioni e minacciano ritorsioni legali.
La variazione della data non è legata all’adesione allo sciopero del 5 maggio quindi le prove a questo punto si dovranno svolgere comunque, anche se il 5 dovessero essere in pochi a partecipare allo sciopero.
L’Invalsi è arrivato a questa decisione dopo una lunga riflessione ma anche sapendo di non avere scelta. «Abbiamo ricevuto più di 500 lettere da parte di dirigenti che ci scrivevano di non poter garantire il campione - spiega Anna Mario Ajello, presidente dell’Istituto -. Sarebbe stato impossibile assolvere al nostro compito fondamentale, fornire dati attendibili perché non sarebbe stato possibile raccogliere il campione». Si tratta di 1469 classi e 27.535 alunni per la seconda primaria e altre 1469 classi e 28.035 alunni per la quinta. «Rispettiamo lo sciopero dei sindacati confederali - conclude Anna Maria Ajello - i cui professori ogni anno prendono parte alle prove. Non teniamo invece in alcuna considerazione i Cobas che ogni anno boicottano i test».
La spiegazione dell’Invalsi non ha per nulla soddisfatto i sindacati, anzi. Stefano D’Errico, segretario dell’Unicobas chiede l’intervento della magistratura per capire «se ci siano gli estremi del comportamento antisindacale e dell’abuso d’ufficio» perché «si tratta di un atto gravissimo che lede il diritto di sciopero», un atto che «neanche Brunetta s’è mai permesso nel corso del ventennio berlusconiano».
Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti denuncia pressioni da parte dei dirigenti e si chiede «chi abbia assegnato questo potere al presidente Ajello» e si pone il dubbio se ci siano state pressioni da parte di alcuni presidi. «In questo caso si tratterebbe di una grave ingerenza», conclude. Una posizione che viene appoggiata dal M5s che denuncia un’entrata «a gamba tesa» e «una chiara manifestazione di ostilità». Anche gli studenti dell’Uds si schierano contro la decisione dell’Invalsi.
I sindacati confederali in toni meno forti sottolineano comunque i loro dubbi. Secondo il segretario generale della Flc-Cgil Domenico Pantaleo «il Governo teme una larghissima adesione all’astensione dal lavoro e che si estenda la mobilitazione contro il disegno di legge sulla scuola. E aggiunge: «Dubitiamo della legittimità di questo differimento delle prove, tra l’altro deciso dall’Invalsi e non dal Miur. Valuteremo eventuali risposte anche sul versante legale».
Parole abbastanza simili anche quelle di Massimo Di Menna, segretario generale di Uil-Scuola: «Il rinvio, di dubbia legittimità in coincidenza con lo sciopero, è un chiaro segnale della consapevolezza del Governo che, di fatto, la stragrande maggioranza delle scuole non sarà in grado di erogare alcun servizio». A condannare il governo Renzi alla fine interviene anche Enrico Letta che ricorda: «Sulla scuola sono state fatte tante promesse» ma il risultato è che «il 5 maggio abbiamo uno sciopero generale».