La Stampa 28.4.15
Grecia, Varoufakis commissariato
Tsipras lo conferma, ma cambia la squadra dei negoziatori con l’Europa
di Marco Zatterin
Squadra che non vince, si cambia. Col chiaro obiettivo di ritrovare la pace almeno sul fronte esterno, Alexis Tsipras ha deciso di rimpastare il team che conduce la trattativa coi creditori internazionali, quelli che gli hanno promesso altri 7,2 di finanziamenti, in cambio di riforme, per non fare bancarotta. Lo coordinerà il viceministro delle Relazioni Internazionali, Euclid Tsakalotos, uno che ha studiato a Oxford dal quale il premier ellenico si aspetta molto quanto a diplomazia. Al suo fianco, il presidente del consiglio economico Giorgios Houliarakis, che guiderà la trattativa col Brussels Group, l’ex Troika con Ue, Fmi e Bce. Il discusso ministro Yanis Varoufakis rmane in sella. Ma l’impressione è che sia stato dimezzato.
Nella due giorni ministeriale di Riga, il professore greco-australiano risulta essere stato pesantemente contestato. Più fonti hanno veicolato la voce secondo cui i colleghi ministri lo hanno definito «uno a cui piace scommettere» e «un incompetente». Il dibattito «si è svolto in un clima civile e vivace, ma nessuno ha mai espresso visioni negative su di lui», ha frenato ieri l’italiano Pier Carlo Padoan. Comunque sia, l’effetto è stato palese. Tsipras pare ormai trovarlo troppo ingombrante e, alcune fonti Ue citate dalla Reuters, parlano di «ostacolo rimosso». E’ un riflesso della frustrazione. Ancora ieri, a Berlino, il portavoce del ministero delle Finanze ha ripetuto che «siamo molto lontani da una soluzione completa». Gli ottimisti sperano nella svolta. Nel pomeriggio si è tenuta una «conference call» del Brussels Group coi greci, in vista di un incontro fisico che si pensa possa avvenire domani. In serata la squadra dei negoziatori greci si è ritrovata ad Atene. E’ stato a quel punto che una fonte governativa ha fatto sapere che, alla fine, «si lavora a una bozza di manovra che contiene una serie di riforme pensate per raggiungere un’intesa coi creditori». Secondo le fonti, «contiene interventi sul bilancio, sull’evasione e sulla pubblica amministrazione». In sostanza, si fa notare, le stesse misure di cui si parla da settimana.
Nessuno si fida davvero. Chi ha orecchie ad Atene rivela che Tsipras ha capito che l’accordo serve, ma non riesce a prendere una decisione per colpa degli attriti fra correnti interni al suo partito, Syriza. Sarà la volta buona? Gli gnomi dei mercati, sentiti dalla Reuters, reputano l’uscita della Grecia probabile al 40%. Circolano voci, già dalla scorsa settimana, di una possibile ministeriale prima di quella in calendario l’11 maggio. La nuova disposizione che costringe gli enti locali a finanziare il governo centrale dovrebbe consentire ad Atene di saldare il conto di metà mese con il Fmi. Nonostante tutto, il tempo che doveva già essere finito, continua. Il rischio d’una fine improvvisa, assicurano a Bruxelles, resta comunque dietro l’angolo, senza che nessuno possa davvero dire se sarà positivo o no.