martedì 28 aprile 2015

La Stampa 28.4.15
l messaggio del segretario ai giovani del Pd
di Marcello Sorgi


La lettera di Renzi al suo partito, inviata ai presidenti dei circoli del Pd, ha il chiaro scopo di ricordare a tutti che, non solo come premier, ma anche come leader in carica fino al 2017, il premier si sta battendo per l’approvazione dell’Italicum, e un’eventuale battuta d’arresto avrebbe indubbiamente effetti sull’immagine Democrat, tra l’altro in un momento in cui l’organizzazione è impegnata nella campagna elettorale per le regionali. Da partito del cambiamento, scrive Renzi, il Pd si trasformerebbe nel suo contrario, una svolta incompatibile con il risultato del 40,8 per cento che premiò l’anno scorso la spinta per le riforme.
L’altro obiettivo, non dichiarato, della lettera, è isolare il più possibile la minoranza interna, rivolgendosi ai deputati di prima nomina - sono ben 180 - che vennero designati nelle primarie di fine anno del 2012 e rispondevano in gran parte all’assetto bersaniano del Pd di allora. Renzi scommette sul fatto che molti di loro, formalmente iscritti nelle file della minoranza, abbiano avuto il tempo di maturare ripensamenti e siano in grado di sciogliere il legame originario, votando l’Italicum e gettandosi nell’avventura del cambiamento, invece di innestare la marcia indietro.
È a loro che il segretario-presidente del consiglio si rivolge quando ricorda che la nuova legge elettorale «l’ha voluta il Pd», discutendone prima nelle primarie, poi votandola varie volte in direzione a partire dal gennaio del 2014, e ancora modificandola secondo le richieste, accolte in larga parte, della minoranza che adesso la contesta, approvandola al Senato a gennaio scorso, rivotandola in direzione e nell’assemblea di gruppo, per portarla, finalmente, al voto conclusivo della Camera. Ecco perché Renzi rifiuta l’accusa di «dittatura» che gli fanno i suoi oppositori interni e pone una questione di «dignità» del partito.
Il clima in cui l’Italicum compie i primi passi del suo percorso alla Camera non è dei migliori, e difficilmente la lettera al Pd riuscirà a cambiarlo. Ma potrebbe servire nel caso, dato da tutti per scontato, in cui le opposizioni decidano di riproporre l’Aventino, abbandonando l’aula di Montecitorio, e la maggioranza di governo sia costretta ad approvare la legge da sola, in un’assemblea disertata da centrodestra, sinistra radicale e Movimento 5 stelle. Renzi è determinato a porre la fiducia, anche se non l’ha ancora annunciata ufficialmente, anche per accorciare i tempi di un passaggio che sarà comunque molto duro, per poi dedicarsi alla parte decisiva della campagna elettorale.
Secondo un sondaggio Demopolis diffuso ieri in quattro delle sette regioni - Toscana, Marche, Umbria e Puglia - il risultato sarebbe già scontato a favore del Pd. Incerte restano invece Liguria, Veneto e Campania, quelle appunto che peseranno sul quadro generale del voto.