domenica 26 aprile 2015

La Stampa 26.4.15
Magna Carta, qui cominciano le libertà
Compie 800 anni (ed è ancora in vigore) il documento alla base della Costituzione inglese e dei diritti individuali contro l’autorità arbitraria del despota
In realtà all’inizio serviva soprattutto a difendere gli interessi dei baroni
di Alessandro Barbero


Ottocento anni fa, nell’estate 1215, papa Innocenzo III dovette occuparsi di una seccatura proveniente dall’Inghilterra. Il re Giovanni raccontava di essere stato costretto dai baroni ribelli a firmare un documento, una carta, di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Si era dovuto impegnare a non imporre nuove tasse senza il consenso di un’assemblea di vescovi e baroni, a non negare la giustizia a nessuno, non ritardarla e non venderla; a non far arrestare un uomo libero né confiscare i suoi beni «se non per giudizio legale dei suoi pari». Il re aveva anche promesso di ottenere l’approvazione del Papa; e infatti scrisse subito a Roma, ma per informare Innocenzo III che i baroni lo avevano obbligato a firmare con la violenza e chiedergli di annullare il documento.
Il Papa era impegnato nella convocazione del IV Concilio Lateranense, che si sarebbe aperto a novembre e in cui, fra l’altro, si preparava ad autorizzare gli ordini mendicanti e istituire l’Inquisizione: insomma, aveva molto da fare. La faccenda di re Giovanni venne sbrigata al più presto: Innocenzo III decretò che la carta era «vergognosa, umiliante, illegale e ingiusta», la dichiarò «cassata e invalida per sempre», e minacciò di scomunica chiunque tentasse di farla osservare.
Senza dubbio il Papa e re Giovanni pensavano che la questione fosse liquidata, e sarebbero rimasti molto sorpresi se avessero saputo che già l’anno seguente la carta venne solennemente confermata ed entrò in vigore come legge del regno. Ma non lo seppero mai, perché nel frattempo entrambi erano morti: il re aveva 50 anni e il papa 55, erano uomini vecchi per il loro tempo.
Una lettura antistorica
Ma il figlio di Giovanni aveva solo otto anni, e i suoi consiglieri preferirono tenersi buoni i baroni: perciò il nuovo re rinnovò la concessione, e ne aggiunse parecchie altre. Per distinguerla da queste ultime, la garanzia di re Giovanni cominciò a essere chiamata la Magna Carta, e con questo nome fu via via confermata da ciascun re d’Inghilterra. Letta due volte all’anno al popolo in tutte le cattedrali del regno, recitata quattro volte all’anno in ogni contea all’apertura della sessione giudiziaria, solennemente confermata a ogni sessione del Parlamento, la Magna Carta entrò a far parte delle nozioni elementari che definivano l’identità inglese.
Fra Cinque e Seicento eruditi e giuristi la trasformarono in un mito. La Magna Carta, sostennero, incarnava la libertà naturale di ogni inglese, che il dispotismo dei re normanni aveva cercato di soffocare. Era una lettura del tutto antistorica: le garanzie concesse da Giovanni riguardavano gli uomini liberi, ma l’Inghilterra medievale era un paese dove il servaggio contadino era più diffuso che sul continente, per cui la stragrande maggioranza degli inglesi non era tutelata dalla Magna Carta. Ma in compenso questa lettura era estremamente attuale, perché all’inizio del Seicento i re d’Inghilterra, imitando i loro vicini francesi, affermavano che il loro potere derivava direttamente da Dio, e pretendevano di imporre nuove tasse senza consultare il Parlamento. Studiare la Magna Carta diventò pericoloso: Carlo I cominciò a far arrestare gli eruditi che ne parlavano troppo e a vietare la pubblicazione di libri sull’argomento. Si sa come andò a finire: il Parlamento perse la pazienza e dichiarò guerra al re, lo sconfisse, lo processò per alto tradimento e nel 1649 lo giustiziò sul patibolo.
L’habeas corpus
A questo punto la Magna Carta incarnava agli occhi di tutti i princìpi fondamentali della costituzione inglese e della common law: l’habeas corpus, per cui la polizia non può arrestare nessuno senza l’autorizzazione di un giudice, il diritto a essere processati davanti a una giuria di cittadini, il principio per cui anche il re è soggetto alla legge e le tasse devono essere approvate dal Parlamento. Perfino i vincitori della guerra civile scoprirono che governare entro i limiti imposti dalla Magna Carta era molto fastidioso: Cromwell, diventato a tutti gli effetti dittatore d’Inghilterra, ebbe a definirla «Magna Farta» (da fart, che in inglese significa «peto»). Ma la vecchia pergamena sopravvisse anche alla dittatura puritana, ispirò i coloni americani nella loro rivolta contro la madrepatria, s’intrufolò nella Costituzione degli Stati Uniti, tanto che occasionalmente la Corte Suprema la cita nelle sue sentenze, e per quanto possa sembrare incredibile è tuttora in vigore nel Regno Unito.
Non tutta, in verità: la Magna Carta originale conteneva ben 63 articoli su tutti i temi possibili, compreso il divieto di processare qualcuno per omicidio se l’accusa era presentata da una donna, a meno che la vittima non fosse il marito. Quasi tutti gli articoli sono stati abrogati a partire dall’Ottocento; ne restano in vigore solo tre. Uno difende la libertà della Chiesa d’Inghilterra, un altro garantisce i privilegi della City di Londra, e il terzo è quello, famoso, che permette a ciascuno di essere giudicato dai suoi pari. Ma i giudici inglesi continuano a citarla come «la più grande carta costituzionale di tutti i tempi - il fondamento della libertà dell’individuo contro l’autorità arbitraria del despota».
La storia continua
Inutilmente gli storici hanno segnalato che in origine la Magna Carta serviva soprattutto a difendere gli interessi dei baroni: il mito è più importante della verità storica, e forse è bene così. Sotto la minaccia del terrorismo, il parlamento inglese ha approvato dal 2000 in poi una serie di leggi che permettono alla polizia di imprigionare i sospetti di terrorismo e interrogarli senza dover presentare un atto d’accusa per un tempo limite di 7 giorni, poi prolungati a 14 e finalmente a 28. Nel 2008 il governo chiese di innalzare il limite a 42 giorni; durante il dibattito, il vecchio laburista Tony Benn dichiarò: «Non credevo che mi sarei trovato in questa Camera il giorno in cui avrebbero abolito la Magna Carta». Il governo subì una schiacciante sconfitta e ritirò il provvedimento; oggi il periodo massimo di detenzione senza accusa nel Regno Unito è stato abbassato a 14 giorni. Anche nel XXI secolo la Magna Carta continua a fare il suo lavoro.
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