domenica 26 aprile 2015

La Stampa 26.4.15
La grotta degli antenati: così bella che è un falso
Ha aperto ieri ai turisti la copia del sito di Chauvet, in Francia
Le pitture originali sono troppo fragili per essere visitate
di Leonardo Martinelli


Il cielo era coperto da nuvole ieri nell’Ardèche, nel Sud-Est della Francia. «Meglio così: un tempo grigio è ideale per andare a visitare un museo. O una caverna», commentava Antoine Deudon, direttore di una nuova attrazione turistica tanto attesa, la replica della grotta preistorica Chauvet, che proprio ieri ha aperto i battenti. Dalla mattina alla sera sono entrati in 3 mila ad ammirare disegni rupestri, vividi e drammatici: leonesse lanciate sulle tracce di bisonti e rinoceronti. Oppure la famosa cavalcata, con gli equini che corrono, mentre la mandria si fonde magicamente in un insieme unico. Tutto molto bello. Anche totalmente falso.
La grotta Chauvet che i turisti hanno iniziato a visitare (ne sono attesi 350mila all’anno) è una riproduzione di quella autentica, che si trova a solo un chilometro di distanza in linea d’aria, all’imbocco delle gole dell’Ardèche, non lontano dal Pont D’Arc, il famoso arco di pietra. La vera venne scoperta nell’inverno 1994 da tre speleologi, Jean-Marie Chauvet, Eliette Brunel e Christian Hillaire. L’entrata era franata e aveva mantenuto il tesoro nascosto per millenni. «Quando entrammo - ha raccontato la Brunel al momento dell’inaugurazione della copia - non vedemmo subito i disegni, ma la nostra attenzione venne attirata da numerose ossa. Poi iniziarono a comparire le prime tracce sul muro di pietra: capimmo ben presto che si trattava di un mammuth».
Era solo l’inizio: la grotta, che si estende su 8500 metri quadrati, contiene mille fra incisioni e disegni, realizzati in colori ocra e al carboncino da cacciatori-raccoglitori vissuti nel periodo aurignaziano, circa 36mila anni fa, Homo Sapiens come noi. «Queste scene, che riproducono soprattutto animali, sono state dipinte come per essere rivissute: danno davvero l’idea del movimento», ricorda Gilles Tosello, pittore ed esperto di preistoria, che ha realizzato, con diversi collaboratori, le loro repliche. In effetti lo Stato francese non ha mai autorizzato l’accesso dei turisti alla grotta Chauvet, tranne che per studi scientifici. Così è stata decisa la riproduzione, costata 55 milioni. La superficie della copia è ridotta rispetto all’originale a «soli» 3.500 mq. Ma ne fanno, per quanto riguarda la replica di una grotta, quella più grande del mondo.
In Francia, già agli inizi degli Anni 70, era stata realizzata la copia di un’altra grotta preistorica, quella di Lascaux, poi rinnovata nel 2012, ma si tratta di appena 300 metri quadrati, senza considerare che Chauvet è un sito più antico e scientificamente più interessante. In questa grotta non sono stati riprodotti solo i disegni. Ma anche la temperatura e l’umidità. A oggi sono già 75mila i turisti che hanno prenotato la loro visita nella grotta. Splendida e incredibilmente falsa.