giovedì 23 aprile 2015

La Stampa 23.4.15
L’emergenza mette a rischio il governo
di Marcello Sorgi


L’emergenza immigrati sta mettendo a dura prova la capacità di Renzi di districarsi velocemente in momenti di difficoltà. E il risultato politico del dibattito parlamentare di ieri alla Camera, che ha visto per la prima volta, dopo la rottura del patto del Nazareno, Forza Italia solidarizzare con il governo (ma solo su questa materia), in aperta rottura con la linea dura di Lega e Movimento 5 stelle, non ha scongiurato le incognite di una situazione che rimane piena di rischi e per la quale non si intravedono soluzioni efficaci.
Avvertito delle difficoltà che oggi potrebbe trovare al vertice UE con i partners di un Europa divisa, al di là degli slogan, sulla strategia da scegliere per contrastare il mercato criminale che approfitta dell’ondata di immigrati, Renzi ha scelto una linea più prudente, che mette in conto il fatto che oggi da Bruxelles non possa uscire molto di più del rafforzamento della già insufficiente operazione di sorveglianza dei confini Triton e venga rinviata qualsiasi decisione su un eventuale intervento militare o para-militare in Libia (il blocco navale o l’affondamento dei barconi in porto tante volte proclamato in questi giorni). E mentre Mattarella da Lubiana si augurava che l’Unione Europea trovi soluzioni più adeguate per gestire l’emergenza, la Conferenza episcopale usava parole più dure contro Bruxelles, e lanciava un appello ai governi a uscire dall’incertezza e mettere a punto interventi di solidarietà per la tragedia umanitaria che si sta consumando davanti alle coste italiane.
Politicamente, il premier si trova a fronteggiare un’imprevista e insidiosa girata del quadro politico, a poche settimane dal voto delle regionali. Il rischio di nuovi sbarchi, o peggio, di nuovi naufragi con decine di centinaia di vittime, mette in primo piano il problema dell’immigrazione, su cui è difficile per il governo approntare soluzioni rapide che diano risultati visibili, mentre le opposizioni, lo sottopongono a un martellamento propagandistico. È la ragione per cui Renzi ieri alla Camera ha attaccato frontalmente Salvini e oggi a Bruxelles si prepara a porre il tema, anticipato ieri sul New York Times, dell’inquinamento terroristico del grande flusso degli arrivi, da un paese, come la Libia, già infestato dall’Isis.
A questo punto, la battaglia parlamentare sull’Italicum che comincia lunedì prossimo in aula passa necessariamente in secondo piano. Ma anche su quel terreno governo, minoranza Pd e opposizioni restano blindati sulle rispettive posizioni, e Berlusconi, che sugli sbarchi aveva voluto dare un segno d’apertura, sul sistema elettorale ha confermato il suo deciso no.