La Stampa 11.4.15
«No all’eterologa a pagamento»
Bocciata la Lombardia
Il Consiglio di Stato: discriminatorio farla pagare fino a 4000 euro
Se siete una coppia che può usare i propri geni, paga la Regione. Se invece siete una coppia che per ragioni di salute è costretta a farsi prestare i gameti da qualcun altro, allora vi arrangiate. Pagate voi, tra i 1500 e i 4000 euro.
Questa norma, decisa dalla Regione Lombardia, unica tra le regioni a farlo, è stata bocciata dal Consiglio di Stato che l’ha definita discriminatoria. I giudici hanno accolto il ricorso che era stato presentato da Sos Infertilità, Medicina Democratica e un’associazione di medici milanesi che opera nella sanità privata sospendendo gli effetti della delibera lombarda e sollecitando il Tar della Lombardia, che aveva deciso di rinviare la decisione nel merito, a fare in fretta perché nel frattempo alcune coppie che sono in attesa potrebbero uscire dalla fascia d’età a cui possono accedere al servizio.
Il tema è sempre quello: fecondazione omologa (con propri gameti) ed eterologa (con gameti di altri). Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che dichiarava illegittima la legge 40 che vietava l’eterologa, le Regioni si erano subito attivate per consentire ai propri cittadini di avere dei figli. Ma la Regione guidata da Roberto Maroni aveva imposto un balzello alto. Illegittimo, secondo il Consiglio di Stato.
La decisione
Pur nell’ambito della complessità e della delicatezza della questione, per il Consiglio di Stato «allo stato sembra condivisibile la censura della disparità di trattamento sotto il profilo economico dato che non sono dirimenti differenze tra fecondazione omologa ed eterologa». Quest’ultima, infatti, viene considerata solo una tecnica diversa rispetto alla prima. La delibera della Lombardia - dicono ancora i giudici - crea un pregiudizio grave e irreparabile considerato che alcune coppie, mentre il Tar decide, potrebbero non poter più avere figli perché fuori dalla fascia di età fertile.
I ricorrenti
Soddisfatti i legali delle associazioni: Massimo Clara, Carmelo Platania e Cinzia Ammirati che ora si aspettano una decisione nel merito da parte del Tar entro due mesi.
Parla invece di tentativo della Regione Lombardia di ripristinare i divieti della Legge 40 l’avvocato Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Luca Coscioni. «Bisogna difendere le sentenze della Corte Costituzionale, bisogna difendere i diritti delle persone da fondamentalismi che hanno generato tutti i divieti della Legge 40». E invita la politica ad aggiornare le linee guida della legge secondo le indicazioni della Consulta.
Risponde il ministro della Salute Beatrice Lorenzin: «L’ordinanza non mi stupisce» perché in linea con la Corte Costituzionale «per questo ho inserito l’eterologa nei livelli essenziali di assistenza al pari dell’omologa».