Il Sole Domenica 19.4.15
I pensieri disegnati di Leonardo
di Marco Carminati
I pensieri disegnati di Leonardo
di Marco Carminati
A Palazzo Reale di Milano una spettacolare carrellata di disegni e dipinti leonardeschi che illustrano temi, argomenti, sogni e utopie del grande maestro del Rinascimento italiano
Chissà come parlava Leonardo da Vinci, com’era il timbro della sua voce e come si articolava il suo modo di periodare. E chissà se era così impacciato e impreciso con le parole come quando prendeva la penna in mano e tentava di metter nero su bianco – nel suo stentatissimo italiano – le osservazioni, le considerazioni, le notizie che gli sovvenivano alla mente. Forse era un uomo schivo, tendenzialmente taciturno e solitario («se sarai solo, sarai tutto tuo» diceva). Ma nulla sappiamo al proposito.
Di una cosa però possiamo andar certi: Leonardo pensava in continuazione, e non solo pensava, ma sentiva l’esigenza di fissare i suoi pensieri sulla carta. Lo faceva certamente scrivendo appunti, ma assai più diffusamente i suoi pensieri venivano immortalati in mirabili disegni. I fogli del Vinciano – che per fortuna sono sopravvissuti alle vicissitudini di cinque secoli – imprigionano così un tesoro inestimabile: il pensiero di Leonardo.
Il maestro di Vinci pensava disegnando. È questa l’impressione generale che si coglie visitando la grande mostra aperta a Palazzo Reale di Milano, a cura di Pietro C. Marani e Maria Teresa Fiorio, prodotta da Palazzo Reale e Skira e sostenuta da Bank of America Merrill Lynch. Una mostra dove i dipinti del maestro sono esigui – anche se l’immagine civetta della rassegna è la bellissima Belle Ferronière del Louvre – ma dove abbondano invece i disegni, alcuni celeberrimi, tutti importantissimi, che hanno permesso ai due curatori di “disegnare” (appunto) un percorso narrativo che è un viaggio nella mente di Leonardo “disegnator pensante”.
Al difficile cimento il visitatore viene avvicinato per gradi. La formazione di Leonardo da Vinci avviene nel Quattocento avanzato nella bottega fiorentina del Verrocchio, e qui il promettente discepolo impara un concetto fondamentale: il disegno è il pilastro della professione (prima sezione). Pittori, scultori e «architettori» non sono tali se prima non padroneggiano completamente il disegno. Leonardo si distingue subito e dimostra di saper disegnare solidi complicatissimi come il «mazzocchio», di dominare la prospettiva e la figura umana e di saper modellare mirabili studi di panneggi.
La bottega, con i suoi trespoli e le sue candele, inizia a stargli stretta. Il Vinciano ha bisogno di misurarsi con la natura (seconda sezione): e qui ci si imbattiamo nel disegno più antico di Leonardo, la Veduta della valle dell’Arno datato 5 agosto 1473, assieme a studi animali (orsi, granchi), di bellissimi fiori (come il giglio che servirà per i quadri delle Annuncizioni) e le immancabili rocce. Anche le ombre iniziano a rapire i pensieri di Leonardo.
Padronaggiato il disegno, Leonardo riflette sul paragone delle arti (terza sezione) e sancisce il primato della pittura, mettendoci davanti agli occhi sublimi capolavori come il Ritratto di Dama del Louvre (detto la Belle Ferronière). Ma sappiamo che Leonardo si cimenterà anche con la grande scultura e, nel processo creativo, accorcerà i confini tra pittura e scultura, come dimostra l’accostamento in mostra del San Gerolamo della Pinacoteca Vaticana alla testa di San Gerolamo in terracotta prodotta nella bottega del Verrocchio.
«Homo sanza lettere» e del tutto digiuno di latino, Leonardo avverte però tutto il potente fascino del mondo antico (quarta sezione). Si fa leggere da qualcuno i testi di Vitruvio e da essi tra l’immagine-icona delle propozioni del corpo umano secondo Vitruvio (il celebre Uomo vitruviano di Venezia qui esposto). A colpire la mente di Leonardo sono anche i cavalli in bronzo sopravvissuti dall’antichità, dai bronzetti da collezione ai colossi come il Marco Aurelio di Roma, i Cavalli da San Marco a Venezia e il Regisole di Pavia (oggi perduto). Il tema dei cavalli occupa un’intera sala del percorso, forse la più spettacolare di tutta la rassegna. Vi si tratta la lotta dei cavalli nella Battaglia di Anghiari attraverso disegni originali di Leonardo e testimonianze figurative coeve, vi si tratta il cavallo di Francesco Sforza (un progetto che Leonardo portò quasi a compimento ma che venne distrutto dai francesi) e il cavallo, assai ardito, progettato per il monumento equestre dei Trivulzio. Restando nell’alveo del mondo antico, Leonardo fissò più volte il suo pensiero sulla Leda, non disdegnando Ercoli e Nettuni.
Ma ben altri pensieri e interrogativi vennero a imgombrare la sua mente. Il genio si domanda: come funziona il corpo umano? e come si determinano le diverse espressioni del volti? La quinta sezione ci parla di questo, e ci illustra mirabili studi d’anatomia accanto a quelli di fisiognomica, che approdano qui in un quadro vibrante di vita come il Musico dell’Ambrosiana. Ma in questo tratto di mostra ci imbattiamo anche negli studi delle mani di Cecilia Gallerani e la celebre testa Scapigliata della Pinacoteca di Parma.
Per ottene un “posto di lavoro” alla corte di Milano, Leonardo da Vinci si fece scrivere una celebre lettera di presentazione nella quale diede priorità alle sue compenze di ingegnere civile e militare (sesta sezione). Leonardo si iscrive così nel numero dei tanti ingegneri attivi dalla metà del Quattrocento in Italia. Progetta spaventose macchine belliche per la guerra, e argani e mezzi semoventi per i tempi di pace. E poi spalanca il suo pensiero verso “sogni” appartentemente impossibili (settima sezione) come quelli di camminare sotto le acque indossando tute da palombari o librarsi nei cieli come fanno gli uccelli. All’utopia di città perfette è dedicata la successiva sezione, mentre quella a seguire mette in campo un pensiero assai ricorrente nella mente di Leonardo: quella dell’unità del sapere. Peccato che nessuno dei seguaci del maestro (con i quali la mostra si chiude) sia riuscito a tenere alta la fiamma di tanti geniali pensieri.
Leonardo da Vinci. 1452-1519. Il disegno del mondo, Milano Palzzo Reale, fino al 19 luglio. Catalogo Skira.