domenica 26 aprile 2015

Il Sole 26.4.15
L’Italicum visto dopo le regionali, come si ridisegna lo scenario politico
di Lina Palmerini


L’Italicum e le elezioni regionali, visti nel loro insieme, descriveranno un nuovo panorama politico. Una nuova geografia delle forze in campo e i contorni stessi dell’attuale bipolarismo.
Innanzitutto la legge elettorale. La prossima settimana comincia il round finale che porterà a svariate rese dei conti. Innanzitutto nel Pd dove la guerra interna finirà in un modo o nell’altro: o prevarrà la minoranza o Renzi. Naturalmente se cade il Governo si apre uno scenario del tutto nuovo e, per la verità, imprevisto dato che le scommesse della vigilia danno per certa la vittoria del premier. Il fatto è che se passerà l’Italicum, si inaugurerà un'altra arena per i partiti. Un campo di gioco totalmente nuovo che tende verso il bipartitismo e dà rappresentanza anche alle forze più piccole. E dunque sarà con le lenti dell’Italicum che andrà letto il risultato delle regionali di fine maggio. Ecco perché legge elettorale e urne vanno viste e pensate insieme, perché l’esito della competizione dovrà essere declinato secondo le nuove regole dell’Italicum.
E allora si comincerà ad avere un’idea della competizione che si prospetta in Italia, forse nel 2018 - alla scadenza della legislatura - forse prima, magari già l’anno prossimo. Il voto racconterà se il Pd è ancora forte come un anno fa, se quel consenso conquistato - a sorpresa - è stato mantenuto o se è arrivata la delusione dopo un anno di Governo di Renzi. Se insomma, quel 40,8% di un anno fa ha retto alla prova dei fatti o era solo un'apertura di credito. Di certo, anche se la performance per il Pd sarà meno brillante del maggio 2014, il partito si confermerà uno dei pilastri del sistema. Il punto è vedere cosa e chi avrà di fronte. Perché se è vero che l’Italicum porta al ballottaggio i due partiti più grandi, il dilemma è chi sarà il secondo. Ed è quello che potrebbe iniziare a dire il voto delle Regioni.
Si vedrà insomma se Silvio Berlusconi potrà ancora essere un polo di attrazione o se il tramonto sarà definitivo. E con lui si misureranno anche le forze del centro-destra che puntano a un raggruppamento moderato, Alfano e Casini ma anche quelli che ora sono dentro Forza Italia ma guardano altrove. È chiaro che se il test sarà deludente, quel progetto si sgonfia. E si appanna il sogno di vedere una competizione tra il Pd di Renzi e un centro-destra come l’Ump di Sarkozy. Si affaccerà allora un'altra prospettiva, quella di uno scontro “alla francese”. Ma non tra il Pd e l’Ump all’italiana. Tra Renzi e una forza anti-sistema esattamente come è accaduto alle recenti elezioni amministrative in Francia dove i socialisti sono andati fuori gara e ai ballottaggi hanno duellato solo Sarkozy e Marine Le Pen.
Ecco, in Italia quella forza anti-sistema, anti-Europa, potrebbe essere quella di Grillo(21% delle europee, 25,5 voto 2013). E dunque sarà interessante vedere cosa racconterà il voto regionale, se è vero che il Movimento 5 Stelle cresce - come dicono i sondaggi - e se si potrà immaginare un ballottaggio Grillo-Renzi, secondo il nuovo schema dell’Italicum. Con una variante: la Lega di Salvini. Un partito che, magari, potrebbe diventare l’effetto spiazzante, come è successo in Grecia dove Syriza ha stretto un’alleanza con Anel, gli indipendenti di Panos Kammenos, dichiaratamente anti-immigrati e anti-euro. Molto simili, quindi, alla Lega. Ecco, più che di un partito solo Renzi potrebbe affrontare lo scontro con due: uno che va al ballottaggio, Grillo, e la Lega che fa confluire i voti su di lui.