domenica 5 aprile 2015

il Fatto 5.4.15
Senza rete
E Tafazzi disse: “Il tuo partito è più corrotto del mio”
risponde Antonio Padellaro


IO HO VOTATO Renzi e se lo dovessi criticare su qualcosa di sicuro non è su questa roba. Non è compito suo portare avanti le indagini e chi porta avanti le indagini ultimamente sta lavorando molto bene. Quindi di che mi devo lamentare? Della corruzione che c’è in Italia da 20 anni a questa parte? E sarebbe responsabilità di Renzi?
Andrea Portieri

UNO SCANDALUCCIO costruito ad hoc per demolire Tonino e in un batter d’occhio l’Italia dei Valori si è sciolta come neve al sole. Al contrario, caterve d’intrallazzi, inciuci, tangenti, mafie e malaffare che da decenni coinvolgono il centrosinistra dai Ds al Pd, e la base irriducibile dei votanti non fa una piega... Chi vota Pd è un beneficiario del Sistema clientelare, e va a votare anche con la febbre a 40. L’universo delle clientele fa leva perfino sulle semplici promesse oltre che sugli intrallazzi. Poi commissioni, consulenze, posti di lavoro anche da cassiera coop, partecipazioni a feste paesane per bingo, pizze, salsicce e birra, tutto grazie al beneplacito del partito il quale finanzia, incarica, corrompe, ingaggia.
Sergio Ics

IL PROBLEMA della corruzione in Italia non è un derby tra i tifosi di questo e di quel partito. Non è una gara nel fango per dimostrare che, per un motivo o per l’altro tutti hanno le mani sporche, e che comunque lui non è più pulito di me. Non è un esercizio moralistico per indignati speciali, quelli che signora mia dove andremo a finire. La corruzione in Italia è un cancro che divora la ricchezza nazionale e che ci ha reso tutti più poveri. È un sistema enormemente esteso, robusto, radicato che impone le sue ferree regole e a cui è difficile sottrarsi soprattutto se si parla di appalti pubblici, di qualunque dimensione essi siano. Il fatto che l’Italia sia ai primi posti nelle classifiche del disonore e della corruzione e che la Corte dei Conti abbia calcolato in circa 60 miliardi l’anno il danno economico che le tangenti infliggono alla collettività, quasi non fa più notizia tanta è l’abitudine al malaffare. La vera domanda quindi è: chi può avere convenienza a investire nel Belpaese davanti alla prospettiva di dovere fare i conti, oltre che con un voracissimo sistema corruttivo con un apparato burocratico specialista in complicazioni e lungaggini, per non dire peggio. Accusare il partito avversario di ruberie può essere consolatorio. Ma è un po’ come percuotersi le parti basse come Tafazzi.