domenica 5 aprile 2015

Corriere La Lettura 5.4.15
Cari prof, attenti alla salute dei vostri alunni
di Francesco Dell’Oro


Cosa conosciamo della storia e del vissuto dei nostri studenti che incontriamo ogni giorno? Ci preoccupiamo solo se hanno studiato o anche se stanno bene? Mi diceva, un po’ sorpreso, un insegnante: «Per queste cose c’è lo sportello dello psicologo». In una buona scuola, il benessere delle persone che la vivono deve avere un posto di rilievo. In caso contrario, sapere e conoscenze incontreranno solo alcune anime elette. Le più fortunate. Per storia, esperienze e ceto sociale. Un insegnante deve avere la consapevolezza che le ragazze e i ragazzi nelle aule non sono semplici studenti ma bambini e adolescenti che vanno a scuola. Deve coglierne desideri, preoccupazioni, rabbia. Le loro emozioni. In caso contrario, cambi lavoro. Un insegnante ha un’enorme responsabilità. La sua professione non può essere un ripiego. Richiede passione. Vocazione. E pazienza se lo sportello dello psicologo rimane deserto. Anzi, a meno di casi particolari, molto meglio. Povera scuola se si pretende di trasmettere un sapere preconfezionato e predigerito, mortificato in paragrafi e note varie, a ragazze e ragazzi che, con passioni e interessi diversi, vengono coinvolti in un vortice di materie. Tutte, a parere degli insegnanti di riferimento, maledettamente importanti. Alcune proposte della Buona Scuola sono interessanti, ma è presente il rischio di delineare una scuola senz’anima. Senza un respiro pedagogico. Fredda. Un formatore non può delegare ad altri la conoscenza dei propri studenti. Quando le ragazze e i ragazzi delle nuove generazioni si sentono ascoltati, apprezzati e stimati, quasi sempre riescono a sorprenderci.