lunedì 20 aprile 2015

Corriere 20.4.15
Scioperi, no dei sindacati a regole più severe
Per Fit-Cisl nel trasporto pubblico le norme sono già molto stringenti, il nodo è la rappresentanza
Foccillo (Uil): 7anni senza contratto e sempre meno risorse. La proposta di Sacconi ferma in Parlamento
di Giovanna Cavalli


ROMA «La legge sugli scioperi nel servizio pubblico è già inasprita al massimo. E oltretutto i costi li pagano sempre lavoratori e cittadini, le aziende mai», rilancia Giovanni Luciano, segretario generale Fit-Cisl, contrario alle «norme più stringenti» promesse dal ministro di Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio: «Sarebbe un errore clamoroso. Però non può essere che chiunque, anche il più piccolo sindacatino, si alza la mattina e proclama un’agitazione. Occorre collegare la possibilità di indire lo sciopero alla rappresentanza effettiva dei lavoratori». Una quota di sbarramento, insomma. «Perché anche chi conta pochissimo riesce da solo a bloccare tutto l’ingranaggio». Lo stop del 17 era un’iniziativa degli autonomi.
Concorda Antonio Foccillo, segretario confederale della Uil: «Basta una sigletta per dichiarare lo sciopero. Le regole sono già molto restrittive. Spesso durante le agitazioni c’è più gente del solito in servizio. Però non è giusto prendersela solo con chi incrocia le braccia, perché, se lo fa, un motivo c’è: sono sette anni che il contratto di lavoro non viene rinnovato. La Finanziaria non fa che tagliare i fondi al trasporto locale, che infatti funziona male ogni giorno, non solo nei venerdì neri».
Durante l’Expo di Milano dovrebbe valere la tregua auspicata da Delrio (che la invoca pure per il Giubileo). «Il Comune ha siglato un accordo con le forze sindacali, l’azienda, i dipendenti comunali e i vigili per evitare scioperi, saranno sei mesi di fatiche e rinunce», ha detto il sindaco Giuliano Pisapia. «Spero che regga». Giovanni Luciano della Fit-Cisl puntualizza: «Purché l’accordo non serva a coprire le magagne delle aziende di trasporto locale che con lo sciopero ci guadagnano, risparmiando su carburante e personale, e la colpa non ricade mai sui dirigenti incapaci».
L’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, oggi senatore di Area popolare, ricorda che «in Parlamento giace un mio disegno di legge che prevede il rafforzamento delle procedure di prevenzione del conflitto, la garanzia di rappresentatività di chi promuove lo sciopero e sanzioni più pesanti per la violazione delle fasce orarie». Come nel caso dei macchinisti della metro di Roma che hanno piantato i passeggeri a metà corsa. «Uno scandalo, si usi il pugno di ferro», chiede il Codacons. «Si apre la caccia alle streghe», teme Alessandro Capitani, segretario generale Filt Cgil Roma e Lazio.