Corriere 19.4.15
«La Ue non sia indifferente Salvare le vite è la priorità»
Boldrini: intesa con i presidenti delle Camere europee su crescita e migranti
Gli interventi sulla Carta? Spero che ne esca un Parlamento rafforzato
intervista di Monica Guerzoni
«La Ue non sia indifferente Salvare le vite è la priorità»
Boldrini: intesa con i presidenti delle Camere europee su crescita e migranti
Gli interventi sulla Carta? Spero che ne esca un Parlamento rafforzato
intervista di Monica Guerzoni
ROMA « La legge elettorale e la riforma del Senato sono provvedimenti ancora in itinere. Il mio augurio è che da tutto questo lavoro esca un Parlamento rafforzato».
Alla vigilia della Conferenza dei presidenti dei parlamenti dell’Unione Europea, che si apre domani a Montecitorio, Laura Boldrini alza lo sguardo dalle polemiche e dalle risse quotidiane che troppo spesso sembrano soffocare la voce del Parlamento italiano e invita a concentrare l’attenzione sui temi di un appuntamento importante, che conclude il semestre parlamentare di presidenza italiana della Ue.
Presidente, si aspetta risultati concreti dalla Conferenza?
«Il semestre è stato caratterizzato da due temi, la crescita e la centralità dei diritti fondamentali. Nella consapevolezza che la cooperazione interparlamentare è un’occasione per approfondire aspetti essenziali dell’integrazione europea, così come dei diritti dei cittadini. La crisi impone a tutti l’obbligo di contribuire a soluzioni innovative, senza ripetere vecchie ricette che si sono rivelate inefficaci».
Come può una conferenza di presidenti dei Parlamenti influenzare l’agenda politica?
«Quello che ci aspettiamo è di arrivare a una dichiarazione con il più alto consenso possibile sui temi all’ordine del giorno che, oltre a crescita e diritti fondamentali, includono il ruolo dei parlamenti nella definizione dei trattati internazionali e il rafforzamento del dialogo politico tra le istituzioni dell’Unione e i parlamenti nazionali. La presidenza italiana ha fortemente voluto sottoporre agli altri presidenti un’ulteriore dichiarazione, sul salvataggio di vite umane in mare e sulla necessità che il soccorso nel Mediterraneo sia un impegno comune dell’Ue».
I cittadini faticano a ritrovare fiducia nell’Unione: le misure per rilanciare gli investimenti non sono sufficienti?
«A livello europeo le esigenze della crescita sono state maggiormente recepite e dunque oggi c’è più consapevolezza della necessità di mettere in atto un cambiamento. È stato importante che la Bce abbia adottato misure non convenzionali come il quantitative easing che, con l’immissione di nuova liquidità, contribuirà fattivamente a rilanciare l’economia. Inoltre ci sono aspettative anche in merito alla piena attuazione del piano Juncker».
Per Romano Prodi, se non si cambia la politica europea saremo travolti tutti e anche l’Italia affonderà. Condivide l’allarme?
«L’analisi del presidente Prodi deve essere certo tenuta in grande considerazione, data la sua esperienza. Le riforme costituzionali sono sicuramente un passaggio importante, ma altrettanto importante è ridurre le diseguaglianze e migliorare le condizioni di vita dei cittadini, perché le persone che stanno soffrendo per gli effetti della crisi sono rimaste segnate dalle misure di austerità e si sentono sole. È da qui che dobbiamo ricominciare, non solo per ridare credibilità alle istituzioni nazionali ed europee, ma anche per favorire la crescita, inibita proprio dalle diseguaglianze. E qui il ruolo dei parlamenti è strategico».
Per Obama, Renzi è una «voce guida in Europa». Pensa anche lei che il nostro Paese grazie alle riforme abbia ritrovato centralità?
«Le riforme, che da tempo l’Europa ci chiede e che negli ultimi anni stanno assumendo concretezza, sono sicuramente un passaggio determinante che l’Italia deve portare a termine, tanto meglio se in uno sforzo inclusivo. Ma saranno tanto più efficaci quanto più serviranno a mettere la crescita al primo posto e a creare nuovo lavoro, inducendo l’Europa a una marcata correzione di rotta in materia economica».
A giudicare dalle quotidiane stragi dei profughi in mare si direbbe che una Europa dei diritti non esista. Come affrontare l’emergenza?
«L’Unione Europea non può guardare con indifferenza alla sorte di migliaia di persone in fuga da conflitti e persecuzioni, che rischiano la vita in mare e che chiedono protezione. Per l’Europa la tutela dei diritti fondamentali, incluso il diritto d’asilo, è un fattore identitario, che gli è stato riconosciuto in tutto il mondo. Dunque nel Mediterraneo, salvando vite umane, l’Ue ha la possibilità di dimostrare di essere ancora oggi all’altezza della sua tradizione e della sua civiltà. Su questo tema si gioca una partita fondamentale per il futuro del nostro continente».
I trattati internazionali sono poco trasparenti?
«Il tema è talmente importante che abbiamo inserito nell’agenda della conferenza una specifica sessione. Quando sono in ballo decisioni che hanno influenze dirette sulla vita delle persone, come i servizi essenziali, i parlamenti devono poter partecipare alla discussione, che deve essere improntata alla trasparenza».
La voce del parlamento italiano è spesso soffocata dalle grida dello scontro quotidiano, fra i partiti e dentro i partiti...
«Lo stato di salute è migliore di quanto appaia, perché quello che emerge purtroppo è la parte meno edificante, le risse, gli insulti in aula e le polemiche. Invece, se vogliamo fare anche una comparazione con gli altri parlamenti dei paesi europei, scopriremo come il nostro sia uno dei più produttivi per numero di sedute, di atti elaborati, di ore di lavoro e di temi sottoposti al suo esame. Certo, non mi sfugge che molte cose sono da migliorare. Motivo per cui continuo a sollecitare i gruppi perché chiedano di portare in aula la riforma del regolamento, già ampiamente elaborata in giunta. Però non accetto una visione distorta del parlamento che ne fa un’istituzione inutile, perché ricordiamolo: il Parlamento è il cuore della democrazia».
Con l’Italicum e la riforma costituzionale il Parlamento italiano continuerà ad avere un ruolo centrale nel sistema?
«Sarebbe scorretto un mio pronunciamento su provvedimenti ancora in itinere. Mi riservo di dare un giudizio compiuto all’esito del percorso. Ovviamente, che da tutto questo lavoro esca un Parlamento rafforzato, è il mio forte auspicio. Le democrazie moderne hanno bisogno di istituzioni forti e autorevoli».