Corriere 12.4.15
Rivolte e sospetti nei pd locali. Renzi in campo: pronte misure
Andrà ad Ercolano dove la sede dem è stata occupata dai «ribelli»
di Marco Galluzzo
ROMA Mercoledì sarà il giorno della verità con il gruppo del Pd: l’incontro in Parlamento, una parola definitiva sulla legge elettorale, in qualche modo un finale di partita. Due giorni dopo, venerdì, Renzi vedrà Obama alla Casa Bianca, a più di un anno dall’insediamento avrà il privilegio di una conferenza stampa nel prato del Rose Garden, il trattamento speciale di dormire alla Blair House, la foresteria dei presidenti americani. Ma la tappa forse più difficile, certamente più delicata, della settimana che si apre sarà per il segretario quella ad Ercolano, dove da ieri è occupata la sezione del Pd. Ci andrà direttamente da Washington, rientrando in Italia, dopo una visita a Pompei: dovrà andare a sistemare le cose nella città campana.
«Non voglio il minimo sospetto, su nessun candidato, non possiamo fare brutte figure». E invece almeno ad Ercolano, sembra, così come ad Enna (farà una tappa anche lì?) e ancora a Giuliano, nella terra da cui viene Cantone, il dubbio, in sostanza il sospetto di infiltrazioni poco pulite o poco desiderabili nelle liste del partito democratico (c’è anche un’inchiesta della Dda), almeno a giudicare da Palazzo Chigi, c’è. E sembra così concreto che nelle tre città sono già arrivate le voci provenienti da Roma: Renzi è pronto a commissariare il Pd locale in tutte e tre i casi, come del resto avvenuto nella Capitale.
Proprio ieri da Ercolano, alla notizia della visita del premier, si cominciavano ad alzare alcune barricate. Ciro Bonajuto, renziano e dirigente nazionale pd, è stato candidato a sindaco dopo che erano state annullate le primarie dalle quali si erano ritirati sindaco e vicesindaco indagati, ma l’87% degli iscritti al circolo pd locale avrebbe individuato nelle scorse ore una soluzione unitaria nella figura del segretario cittadino Antonio Liberti. Su di lui convergerebbero il sindaco uscente Vincenzo Strazzullo ed altri componenti della giunta, oltre agli eurodeputati Andrea Cozzolino e Massimo Paolucci, e ad alcuni deputati. «Mentre il segretario locale qui diventa una figura unitaria, in cui si racchiude l’ 87% del partito — affermava ieri Liberti — il segretario Renzi diventa un elemento divisivo. Il circolo Pd di Ercolano, come prevede lo statuto ha raccolto le adesioni e le ha consegnate alla Federazione di Napoli. Noi siamo nel rispetto delle regole».
Insomma Renzi punta l’indice e viene a sua volta accusato di dividere: si annunciano scintille, forse più che nell’appuntamento di mercoledì con il gruppo parlamentare. E a proposito di legge elettorale, nel Programma nazionale di riforme, pubblicato ieri nel sito del Mef, si ribadisce l’obiettivo del capo del governo: riforma vigente entro maggio.
E visto che si discute di elezioni amministrative si delinea anche il tour elettorale che il premier inizierà domenica prossima. Le prime tappe saranno Mantova, Mestre e Sanremo. Dunque prima di tutto il Nord. Anche se il capo del governo sarà a Genova già dopodomani, per un sopralluogo ai lavori del torrente Bisagno, almeno dopo aver inaugurato, di mattina, l’anno accademico della Scuola dei Servizi, e prima di fare tappa a Milano al Salone del Mobile e al cantiere Expo.
Poi il breve viaggio americano, con tappa all’università di Georgetown, dove risponderà alle domande degli studenti. Cena nella residenza del nostro ambasciatore, dove vedrà un pezzo di potere democratico, da Susan Rice a Nancy Pelosi. E infine l’incontro di venerdì con Obama, con tanto di pranzo di lavoro insieme. Poi conferenza stampa congiunta e quindi volo diretto a Napoli, prima visita alla rovine di Pompei, poi, al partito di Ercolano.