l'Unità 18.2.07
Vicenza, l'invasione arcobaleno: oltre 120mila contro la base
Giordano a Prodi: questa è la tua gente
Musica a tutto volume e danze in stile brasiliano. Il corteo è pacifico, allegro e multicolore. In una Vicenza avvolta da un sole primaverile, è partita alle 14, con mezz'ora di anticipo, la manifestazione contro il raddoppio della base Usa. Migliaia di manifestanti arrivati in città fin dalle prime ore del mattino. Non è ancora chiaro quante persone partecipano alla manifestazione che si svolge nella città del Palladio. Alle 15 e 40, una stima della questura, parla già di 50mila persone. Ma per i manifestanti la cifra è molto riduttiva. Gli organizzatori confermano: «Abbiamo superato ampiamente le centomila persone». Cinzia Bottene, uno dei portavoce del comitato 'No Dal Molin' precisa: «La testa del corteo è quasi arrivata alla fine del percorso e la coda che non riesce ancora a muoversi. E c'è, inoltre, uno spezzone di 20mila persone che deve ancora muoversi». Bottene ha poi ribadito il carattere assolutamente pacifico della manifestazione. «La città è completamente abbracciata dalla gente, ci sono migliaia di vicentini che stanno proteggendo la città da un futuro che non vogliamo». Michele De Palma, responsabile di Rifondazione per l'organizzazione della manifestazione di Vicenza, parla di 200mila partecipanti.
Quello che è certo è che Il clima è sereno, allegro, festoso. E molto partecipato. tanto che il corteo in certi punti, più che sfilare, spinge. Le strette strade di Vicenza, almeno quelle del percorso, non riescono a contenere i manifestanti e i grandi camion con sopra le amplificazioni, quindi in certi momenti, seppur del tutto involontaria, la manifestazione si trasforma in una ressa con le persone che cercano di trovare un piccolo spazio vitale.
Insomma: un corteo pacifico, anche se un po' faticoso. Così, nonostante allarmismi vari, i negozi sono rimasti aperti, anche se alcuni (forse) tireranno giù la saracinesca nel pomeriggio. «Sarà una giornata faticosa, ma ci sono tutti i presupposti per ritenere che assisteremo ad una manifestazione tranquilla» ha detto anche il questore di Vicenza Dario Rotondi. La manifestazione inoltre dovrebbe essere controllata, oltre che dalle forze dell'ordine, e dall'autodisciplina dei manifestanti, anche, a quanto si apprende, da 1.500 militanti della Cgil giunti appositamente dall'Emilia Romagna.
Il primo corteo, quello che si e mosso dal presidio fisso davanti all´aeroporto, è partito senza problemi verso le 11, aperto dalle donne e da uno striscione con scritto «Il futuro è nelle nostre mani. Giunta Hullweck, governo Prodi resisteremo un minuto in più».
In piazza, non solo Prc, Verdi e Pdci ma anche la Margherita, investita a Vicenza da una vera e propria ribellione (auto-sospesa l'intera direzione provinciale) che dice, per bocca capogruppo a Palazzo Trissino, Marino Quaresimin che «porterà bandiere del partito, dell'Unione e della pace». «Noi - dice l'esponente Dl, già sindaco di Vicenza - siamo convinti che esistono ancora soluzioni alternative per il Dal Molin».
Tra i Ds vi sarà il senatore Cesare Salvi secondo il quale la decisione di Prodi «va rivista». Il vice-presidente del Senato è fiducioso sull'esito della giornata: «In Italia vi sono state tante manifestazioni per la pace tranquille, se vi saranno oggi elementi di disturbo andranno isolati, il movimento di Vicenza ha dimostrato di non essere eversivo ed ha posto due questioni concrete: la popolazione non è stata coinvolta nella decisione che non può calare dall'alto, occorre fare chiarezza sull'effettivo uso futuro della base».
Lo spettacolo di Dario Fo
dario fo a vicenza, 17 febbraio, foto ansa
Il corteo si è concluso in Campo Marzo intorno alle 18,30 con una canzone di Dario Fo dedicata al vescovo di Vicenza favorevole all'allargamento della base Usa. Il premio Nobel, accompagnato dalla moglie Franca Rame, ha ricordato i 13 miliardi di euro che lo Stato italiano spenderà per acquisto, trasporto, assemblaggio e manutenzione degli aerei militari «Fighter Distructor» prodotti dalla Lockheed, azienda protagonista di un clamoroso episodio di corruzione degli Anni '70. Lo spettacolo musicale è proseguito con un concerto dei "Pancreas".
Il premio Nobel con la sua solita verve, tra battute e canzoni, ha tenuto uno show che è durato una mezzora. Fo si è concesso alla piazza senza risparmiarsi. Ma l'attacco più deciso è stato nei confronti dei politici, di destra e di sinistra, «che sono abbioccati sull'idea che bisogna servire il più forte». E poi ancora, rivolto a quelli che avevano paventato scontri: «Quelli che pensavano che oggi a Vicenza ci sarebbe stato il disastro, stasera avranno le lacrime agli occhi». Dopo la classe politica italiana, è stata la volta del governo americano a essere presi di mira. «Non accettiamo dal governo americano è che si senta la potenza unica nel mondo - ha concluso - non accettiamo che dispongano della terra dove siamo nati».
«Vorrei che Prodi chiedesse scusa ai vicentini perché qui non stiamo parlando di un semplice allargamento ma di una base nuova», ha detto Franca Rame. Accanto al marito, ha anche sottolineato che «non si può mentire alla gente». La Rame sfilava reggendo uno striscione di protesta, attorniata dalle bandiere della pace.