Repubblica 25.2.19
Francia
"Sinistra unita alle europee" la scommessa dei giovani francesi
La
proposta del movimento Place Publique a tutti i partiti della gauche:
una lista unica Il leader Glucksmann: "Se non ci stanno facciamo un
partito vero, verranno loro da noi"
di Anais Ginori,
PARIGI Cominciamo dall’eskimo. Raphaël Glucksmann è apparso qualche settimana fa in copertina degli Inrockuptibles.
Titolo:
" Potrà risvegliare la sinistra?". Il trentanovenne aveva in mano un
megafono ed era avvolto in un giaccone nero con cappuccio impellicciato.
La rivista della gauche intellettuale e rockettara ha deciso di
cancellare dalla foto il marchio Canada Goose stampato sulla manica.
L’intento era evitare polemiche sul costo eccessivo del capo indossato
dalla nuova speranza del progressismo francese. Chiaramente la toppa è
stata peggio del buco, per qualche giorno si è parlato solo di quello, e
non dell’idea di unire la sinistra in un’unica lista in vista delle
europee come propone il leader di Place Publique.
Arriva al
ristorante in monopattino elettrico, un altro particolare che potrebbe
far precipitare Glucksmann nella casella " bobo", bourgeois- bohémiens,
ma lui ribatte con un sorriso: «Da quando lo uso, non arrivo più in
ritardo agli appuntamenti » . Indossa jeans e maglione blu. Scherza: «
Quell’eskimo mi è stato regalato sei anni fa quando ero con i
manifestanti a Kiev. Faceva freddo, siamo rimasti per settimane sulle
barricate » . Glucksmann non è alla prima rivoluzione. Dopo studi a
Sciences Po, è partito prima per la Georgia, dov’è stato consigliere del
presidente Mikheil Saakashvili, e poi è finito dentro alla rivolta
arancione dell’Ucraina. Oggi più modestamente è tornato a vivere nel
decimo arrondissement, dov’è cresciuto a pane e ideali. Nel grande
appartamento di famiglia era abituato a dormire insieme a profughi
ospitati dal padre, il filosofo André Glucksmann che lo addormentava
leggendo Voltaire e l’Odissea.
Figlio d’arte, è diventato un
popolare saggista. Il suo ultimo libro, "Les enfants du vide", ritratto
della generazione post- ideologica, ha venduto 85mila copie. Si presenta
insieme a Thomas Porcher, ex campione di karaté ed economista
"eretico", così si definisce, con cui ha fondato tre mesi fa Place
Publique. Glucksman e Porcher ordinano una spigola per fare onore
all’altra sodale assente, Claire Nouvian, ecologista inviata a Bruxelles
per presidiare il voto dell’Ue contro la pesca elettrica. Trentenni,
colti, brillanti, di bell’aspetto: sembrano fatti apposta per
conquistare le copertine dei magazine, ma forse sono qualcosa di più. Si
sono messi a girare la Francia, riempendo teatri, raccogliendo già
trentamila adesioni.
La loro scommessa è unire la sinistra alle
elezioni europee, far convergere i vari partiti, almeno cinque, in un
unico listone. Una robina da poco. « Certo che ci sono differenze, ma
non così tante da dividerci » , spiega Glucksmann. « È quello che
vorrebbe il 70% degli elettori di sinistra » , aggiunge Porcher. Per
adesso l’unico che ha accettato è il segretario dei socialisti, Olivier
Faure. I Verdi invece hanno risposto di no. L’ex candidato socialista
alle presidenziali, Benoît Hamon, ora leader di Génération · s, ha
traccheggiato, proponendo una consultazione dei militanti. Alla fine
presenterà questa settimana la sua lista. Con Jean- Luc Mélenchon le
trattative non sono mai iniziate. « Sull’Europa siamo troppo lontani » ,
spiega Glucksmann. Resta il partito comunista e qualche altra piccola
formazione. La strada è piena di insidie. «Sappiamo che la logica dei
vecchi apparati spesso prevale » , osserva Glucksmann. E a poco serve
citare la dura realtà dei sondaggi secondo i quali nessun partito
svetta, si passa dall’ 8% di Mélenchon e Verdi, al 4% di Hamon.
L’appello all’unità per le europee è un ballon d’essai. « Vogliamo
dimostrare di averci provato » , conclude Glucksmann. «Se falliremo,
costruiremo un partito vero e proprio, così saranno gli altri a venirci a
cercare».