Alcune risposte sulla lettera di Simone di ieri
Sandro Penna
Ieri abbiamo pubblicato una lettera, firmata Simone, nella quale si esprimevano forti perplessità su un articolo di Saverio Aversa (pubblicato il giorno prima) che conteneva una frase del poeta Sandro Penna sulla sua passione per gli adolescenti del suo stesso sesso.
Cos’è che vi crea problemi?
Caro Simone, poiché, in quanto scrivi nella tua lettera del 16 giugno, è evidente un bisogno di chiarezza e di comprensione, io, che mi definisco lesbica (ma sono anche molto altro: una compagna, ad esempio) vorrei innanzitutto chiederti di distinguere la pedofilia: un rapporto dispari per età ed esperienza, dall’omosessualità: un rapporto amoroso, e anche sessuale, con persone dello stesso sesso. E’ quest’ultimo tipo di relazione che ti/vi crea problema? e per quali motivi? Se sì, sono disposta ad interloquire con te e con i tuoi compagni partendo dalla mia vita. Oppure è il desiderio per un altro “impari” per età, esperienza, ceto sociale che non approvi? Ricordo solo che la disparità fa parte della tradizione nel rapporto uomo/donna e proprio per questo è considerato normalissimo che un uomo possa essere superiore per età, esperienza, censo della donna di cui si innamora. Se pensi alla tua esperienza e alle tue emozioni credi davvero che ci siano delle regole per far scattare il desiderio amoroso, le fantasie, per sentire battere il cuore? L’imposizione dei propri desideri sull’altro con la violenza o il denaro (che tanto ci fanno orrore) fanno parte storicamente del rapporto uomo/donna più che dei rapporti omosessuali. Infatti la prostituzione è vecchia come il mondo e la violenza – in famiglia - è la prima causa di morte tra le donne dai 20 ai 40 anni di ogni continente e in ogni classe sociale (dati Onu). Vogliamo provare a fare delle distinzioni e a nominare che cos’è che turba dell’amore omosessuale? Ti ringrazio per la sincerità e la passione con cui hai scritto i tuoi pensieri e spero che “Liberazione” possa, partendo dalla tua lettera, aprire un dibattito e uno scambio di pensieri e sentimenti tra noi lettori perché se non riusciamo a capirci tra di noi come potremo cambiare la nostra società e addirittura il mondo? Un abbraccio a te e ai compagni della Magliana.
Anita Sonego via e-mail
Orgoglio e pregiudizi
Cara “Liberazione”, il 15 giugno abbiamo festeggiato ad Albano il centenario della nascita di Penna presentando la biografia dedicatagli da Pecora, felici che il giornale onorasse “l’altissimo poeta” con l’agile ritratto di Aversa. Ragazzi e persone anziane, uomini e donne di ceto e orientamenti diversi hanno seguito attentissimi gli interventi dove è emersa potente l’impossibilità di castrare (men che mai per motivazioni moralistiche e sessuofobiche) l’avventura umana di un artista e l’importanza che l’eros e le relazioni affettive rivestono nella sua vita, come in quella di ciascun terrestre. L’idea che la poesia debba astrarre dalle condizioni materiali e dalle coordinate spazio-temporali di uno scrittore pare francamente bislacca: perché se un tema come la passione per gli adolescenti finisce per vivificare un’intera opera, non solo non se ne dovrà prescindere, ma nulla potrà autorizzare alcun tipo di sprezzante censura o condanna. Frutto di un delirio clericale e reazionario perdurante da secoli, la confusione che mira ad assimilare gay e “corruttori di bambini” è da sempre un cavallo di battaglia del discorso omofobico: come tutti i pregiudizi si basa sul nulla, se si tien conto che la stragrande maggioranza delle violenze sessuali ai danni di minori di 14 anni viene consumata all’interno delle mura domestiche e delle reti parentali, potendo contare sulla densa cortina fumogena della paura e dell’omertà. Ciò nulla toglie alla legittimità di battersi perché i ragazzi “in età di consenso” (a questi Penna rivolgeva la sua tenerezza, considerandosi loro compagno di viaggio: giovani operai, soldati di leva...) possano affermare i propri naturali orientamenti sessuali, contraccambiando l’amore di chi li ama e rispetta: senza limiti di anagrafe, di classe e cultura.
Daniele Cenci via e-mail
Pedofilia e delinquenza
Posso complimentarmi con lei, caro Sansonetti? La risposta alla lettera di Simone, che protesta per un articolo di Saverio Aversa su Liberazione, è bella e giustissima. Sul termine “pedofilia” si è creata, specialmente negli ultimi tempi, un bella confusione. Pedofilo è diventato sinonimo di pervertito, maniaco, delinquente insomma, ma le cose non stanno così. La definizione sull’enciclopedia Garzanti è questa: «Attrazione erotica per bambini o adolescenti del proprio o dell’altro sesso, che non si traduce necessariamente in atti sessuali». C’è una sola piccola imprecisione nella sua risposta, quando definisce l’attrazione per un corpo di adolescente “peccato”, anche se tra virgolette. Almeno per quanto riguarda l’attrazione eterosessuale, il peccato proprio non c’è. Sa a che età si sposavano le ragazze ebree al tempo di Gesù? Appena considerate nubili, vale a dire legalmente a dodici anni e mezzo! «Quando mise al mondo Gesù la Vergine Maria non doveva avere più di quattordici anni» (Henri Daniel - “Rops, La vita quotidiana in Palestina al tempo di Gesù”).
Veronica Tussi via e-mail
Corriere della Sera 17.6.06
Tensione sul Partito democratico. E Mussi pensa a una fondazione
(...)La sinistra medita lo strappo...
ROMA - «Sono allibito, perché io so cosa significa chiudere una bottega...». Da ultimo segretario del Ppi ha traghettato nella Margherita buona parte di quel che restava della Dc e ora Pierluigi Castagnetti guarda sgomento alla brusca accelerazione impressa al Partito democratico. E non è il solo. Nella Margherita come nei Ds, ma anche dall'entourage di Romano Prodi e dagli altri partiti dell'alleanza si levano voci preoccupate, c'è chi teme il bis del compromesso storico e chi giudica come un de profundis dell'Ulivo il voto a Strasburgo sulle staminali embrionali, c'è chi chiede di entrare e chi medita di uscire: la sinistra Ds è in fermento, la parola scissione torna a correre nell'area Salvi ma anche nelle file del «correntone», una fibrillazione a cui il Prc guarda con crescente attenzione. E anche nella Margherita l'adesione obbligata al processo costituente provoca sommovimenti. «La prossima settimana - anticipa Castagnetti - riunirò i dirigenti dell'ex Ppi, tutti impressionati dalla insostenibile leggerezza dei comportamenti. Siamo ancora nella fase della finzione. Se la riserva mentale è affiancare due nomenclature per fare una federazione, il partito democratico sarà un boomerang elettorale». La convocazione da parte di Prodi di un «comitato direttivo» ha fatto affiorare i cattivi umori. Nei Ds Piero Fassino, che sperava in un organismo senza ministri, ha dovuto trovare un posto al tavolo per Massimo D'Alema, con il quale i rapporti sono in fase critica: bastava essere all'audizione del ministro degli Esteri al Senato, quando Fassino si è lanciato in una controrelazione dal piglio occidentalista... Parte dello stato maggiore della Quercia, da Angius a Violante, guarda con freddezza all'accelerazione in corso e la sinistra interna riprende a sfogare il suo malumore. Che ci faceva, il giorno del voto sullo «spacchettamento», Cesare Salvi tra i banchi di Rifondazione? Forse lo spiegherà il convegno di luglio a Orvieto, promosso dagli "Uniti a sinistra" di Pietro Folena e intitolato "Per un nuovo soggetto politico". E Salvi conferma: «Se si fa un partito moderato si opererà per un partito di sinistra di ispirazione socialista».
L'area di Fabio Mussi avrebbe già pronto un piano di fuga, una fondazione destinata a trasformarsi, nel caso il partito democratico nascesse davvero, in una formazione del riformismo radicale. Scissione alle viste? «Non sono io che devo scoprire le carte - risponde Gloria Buffo - tocca a Fassino dirci cosa intende fare della Quercia. Il mandato congressuale non era dar vita al partito democratico. E poi, dove sono i contenuti? Mistero».
Chiusa, per ora, la querelle sulla tempistica, si riapre lo scontro sull'approdo in Europa. Per Fassino l'ideale sarebbe confluire nel Pse e la prospettiva fa infuriare la Margherita. «Impossibile, questo è il punto che fa saltare il progetto» avverte Castagnetti. «Il Pse? Non ci pensiamo neanche - invita alla prudenza Renzo Lusetti - Con le improvvisazioni si comincia male». Non che Francesco Rutelli abbia cambiato idea, è che per lui il problema più urgente è la situazione economica e poi il vicepremier ha in mente un'altra via, non solo organizzativa. Per alzare l'asticella sul piano dei contenuti i vertici della Margherita stanno lavorando a un grande convegno sulle parole del partito democratico che si terrà a ottobre a Frascati.
«Merito, talento, patria, nazione, sussidiarietà - elenca il senatore Antonio Polito - Se vogliamo sfondare nell'elettorato della Cdl dobbiamo introdurre questi termini nel vocabolario dell'Ulivo».
Come vanno predicando Polito e Tiziano Treu non basta il cantiere, ci vuole il software. «Manca la mission - ragiona il ds Peppino Caldarola - Una accelerazione che nasce dalla paura di un Rutelli con le mani libere è sbagliata. Il partito democratico rischia di essere la somma di leadership e partiti personali». Più o meno le stesse motivazioni «movimentiste» con cui Gad Lerner e Gregorio Gitti hanno indetto il convegno del 4 luglio al Radisson di Roma: il nuovo partito dovrà nascere dal popolo delle primarie.
Antonio Di Pietro è tornato a bussare, ma nessuno gli ha aperto. Con una lettera a Prodi, Fassino e Rutelli il ministro ha offerto la «disponibilità» dell'Idv e anche la Rosa nel pugno attende risposte: «Se il partito democratico nasce con un procedimento oligarchico sommando Ds e Margherita - chiede di entrare Daniele Capezzone - Sarà un compromesso storico bonsai".