La Stampa 4.3.19
Marx torna in Italia passando per gli Usa
di Giuseppe Salvaggiulo
Dopo
il lancio invernale, ecco il secondo numero della versione italiana di
Jacobin, il trimestrale del socialismo americano. Jacobin Italia è
pubblicato da Edizioni Alegre e diretto da un collettivo di giornalisti,
scrittori, ricercatori universitari. Andamento pop, grafica ricercata,
illustrazioni originali, contenuti radicali. Tema del secondo numero: lo
sciopero. Senza paura di essere tacciati di anacronismo.
Fondato
nel 2010 dal giovane Bhaskar Sunkara, Jacobin si è affermato negli Usa
come voce di un pensiero di sinistra critico sia della deriva estremista
del partito repubblicano sia dei cedimenti liberal. Portando Marx, ha
scritto il New York Times, nel dibattito mainstream. E accompagnando
l’ascesa di Bernie Sanders tra i democratici. La sfida delle versione
italiana è ricavarsi uno spazio non facilmente definibile in un panorama
culturale e politico denso di anomalie. Quella che dovrebbe essere
l'area di riferimento della rivista è frantumata e immalinconita. Finora
la ribellione ha guardato a destra. Eppure fermenti radicali non
mancano, sia a livello sociale che dal punto di vista dei diritti
individuali.
L’editoriale del secondo numero si apre con una
citazione di Pier Paolo Pasolini, voce narrante di un documentario
andato perduto sullo sciopero degli spazzini nel 1970. Quasi mezzo
secolo dopo, frammentazione produttiva, società dello spettacolo e
comunicazione istantanea hanno depotenziato l’arma dello sciopero. Nuove
forme di lotta si affacciano. L’8 marzo tocca alle donne, con
l’iniziativa «Non una di meno». «Uno sciopero, ma con modi inediti»
dicono. Analisi tra semiologia e sociologia, reportage, testimonianze e
fumetti indagano un universo - i conflitti nei luoghi di lavoro -
presente nella vita di tutti ma ignorato dal discorso pubblico.
La
sezione di importazione americana è intitolata «What Bernie Sanders
should do» e guarda alle elezioni presidenziali del 2020, traguardo per
il quale l’anziano senatore del Vermont si ricandida come alternativa da
sinistra al trumpismo. Già, ma con quale agenda? Dal clima alla
politica estera, dalla giustizia penale all’economia, Meagan Day
analizza lo scenario di una presidenza Sanders dal punto di vista degli
equilibri parlamentari, dato che «la maggioranza del Congresso sarebbe
probabilmente composta da una combinazione di repubblicani conservatori
proni all’austerità e democratici centristi più che disposti a
incontrarli a metà strada».